Napoli, ecco quanto è costata la rivoluzione in attacco

NAPOLI – I soldi non fanno la felicità ma aiutano a vivere sereni assicurandosi anche un discreto numero di gol. Il Napoli orfano di Mertens e Insigne, 270 reti in due, 26 lo scorso anno, ripartirà da Raspadori e Kvaratskhelia, due poco più che ventenni, per completare un reparto che la società ha costruito con investimenti mirati a lungo termine senza badare a spese. Da Osimhen a Lozano, passando per gli ultimi arrivati, in area di rigore si muovono duecento milioni usciti dalle casse del club di De Laurentiis per un attacco equilibrato, completo, micidiale, da far invidia a tutti. Toccherà a Spalletti divertirsi avendo tra le mani, ad esempio, l’esplosività del nigeriano, la rapidità del messicano, ora anche il cinismo del Cholito Simeone e, nel complesso, un lungo elenco di calciatori duttili, di talento, che possono ricoprire più ruoli e che al Bentegodi, quand’erano ancora in pochi, hanno già dimostrato di potersi divertire insieme. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, non esistono limiti tattici, si potranno schierare una o due punte, due esterni, il trequartista, ci sarà abbondante scorta di rifornimenti per Osimhen e i suoi alleati.

Il Napoli celebra Simeone: le immagini del primo allenamento

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Il Napoli celebra Simeone: le immagini del primo allenamento

Da Lozano a Osimhen

Il Chucky è costato una quarantotto milioni (commissioni incluse), arrivò a fine estate 2019, si inserì quasi da intruso nell’attacco dei piccoletti e dove c’era anche Milik eppure si presentò esibendo il miglior vestito con gol alla Juventus allo «Stadium». Nei numeri, appena 26 gol in 114 partite, il rendimento è stato incostante, eppure Lozano per Spalletti è un calciatore fondamentale e a Verona ha già dimostrato di potersi esaltare in una squadra verticale che ricerca senza indugi la profondità. Un anno dopo, estate 2020, arrivò Osimhen e quei 48 milioni sembrarono pochi rispetto ai 70 spesi per assicurarsi un prospetto devastante in Ligue 1 che in Italia, anche a causa di troppi infortuni, s’è visto solo in parte, ma lasciando intravedere qualità immense col sospetto che il meglio debba ancora venire. Per ora sono 29 gol in 63 partite.

Napoli pazzo di Raspadori: che entusiasmo dei tifosi!

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Raspadori, l’italiano più pagato nella storia del Napoli di De Laurentiis,

Raspadori è costato 35 milioni complessivi, è l’italiano più pagato nella storia del Napoli di De Laurentiis, un giocatore che tutti volevano, Spalletti compreso, scelto (anche) per variare modulo. La società ha regalato al proprio allenatore un jolly che potrà ricoprire quattro ruoli (punta, mezzapunta, esterno a destra e a sinistra) pagato tanto per l’età, 22 anni, e perché la prima stagione da protagonista al Sassuolo (10 gol in campionato) ha confermato che quel talento già campione d’Europa con Mancini potrà diventare presto altro. Anche Politano è costato abbastanza, 22 milioni tra prestito e obbligo, si è sistemato a destra nel 2020 e si è rivelato risorsa preziosa, un lusso nel ruolo che fu di Callejon e poi anche di Lozano e ovviamente suo.

Napoli, Raspadori è arrivato a Roma per le visite mediche

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I colpi Kvaratskhelia e Simeone

I soldi non fanno la felicità e non ne servono per forza troppi per ritenersi soddisfatti. Il caso Kvaratskhelia, arrivato dalla Dinamo Batumi, è emblematico: vale molto più dei dieci milioni investiti, il suo acquisto è stato da applausi per la strategia adottata da Giuntoli, intanto il merito di averlo scovato (e convinto) quando era al Rubin e poi la pazienza di aspettare il momento giusto per avvicinarsi fino a concludere l’operazione strappandolo alla concorrenza. È costato poco anche Simeone, 3 milioni di prestito per il quarto marcatore dello scorso campionato con 17 gol senza rigori, 12 di riscatto a fine anno (obbligatorio al verificarsi di determinate condizioni). Ci sarà da divertirsi.

Simeone, il VIDEO del primo allenamento con il Napoli

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