Napoli, è caccia in Turchia: c’è Kadioglu

NAPOLI – Non si trovano da un’estate altra nuovi Kim e altri Kvaratskhelia, però si può provare: infilandosi nei mercati internazionali, annusando l’aria, scatenando i rabdomanti che a Castel Volturno devono pur aver residenza, se qualcosa (di straordinario) è accaduto qualche mese fa. Può darsi esistono miniere inesplorate o magari no, semplicemente ci sta che il mondo guardi altrove, mentre il Napoli fissa lo sguardo nei Paesi giusti e nei momenti opportuni: a Istanbul, ad esempio, quando il micro-universo storceva il muso – probabilmente anche il naso – senza avere timore di sbagliare, sistemando un bel po’ di soldi sul tavolo, Adl, ispirato da Cristiano Giuntoli, è andato a prendersi Kim Min-jae, 26 compiuti settimana scorsa, un fisico da far impallidire i centravanti e tutto quello che si sa adesso. E a Istanbul, stessa sponda calcistica, il Fenerbahce, c’è Ferdi Kadioglu, ha ventitré anni, una forza esplosiva che rassicura i compagni e preoccupa gli avversari, e gli occhi del Napoli addosso: «Ci hanno cercato, così come il Milan». I padri sono la bocca della verità e Feyzullah Kadioglu ha confermato l’altro ieri ciò che da un po’ si sussurra, tra i vicoli della fiera dei sogni, che non chiude mai: «Ci fa piacere l’interesse di questi club ma la priorità rimane il Fenerbahce». E quindi, perché così si fa, se non si è alla trattativa si può comodamente accomodarsi in quella (lunga) fase esplorativa: a destra, esterno basso, il Napoli è coperto con Di Lorenzo, ma gli organici vanno adeguati, rinnovati e integrati e dunque poi se ne parlerà ancora (Kadioglu, peraltro, può giocare anche in altre zone del campo, pure come mediano). E si avrà modo di discutere, accomodandosi sulle rive del Bosforo, anche di Arda Guler, un bambino nel verso senso della parola (18 tra due mesi), trequartista o altre cose assieme, una mezzala, una mezza punta, un abbagliante talento capace di scatenare la fantasia. 

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La verità sta nel centrale

Quando farà caldo, da giugno in poi, ci sarà da innovare, fatalmente: il Napoli a gennaio se ne sta – se ne dovrebbe stare – a guardare, ascolterà (ma distrattamente) eventuali corteggiatori di Diego Demme, però intanto penserà a ciò che sarà necessario e forse indispensabile fare più in là. La «batteria» dei centrali difensivi è rassicurante, ma… Ma c’è una clausola che potrebbe consentire a Kim di liberarsi e poi c’è Juan Jesus che a fine stagione avrà 32 anni. Il Napoli è rimasto colpito, in epoca non sospetta, da Benoit Badiashile (22 a marzo), francese di nascita con origini congolesi, un gigante che il Monaco si è cresciuto in casa e che ora viene già valutato una trentina di milioni, persino di più: tanti, troppi, per la politica societaria, ma su livelli più ragionevoli sarà (sarebbe) possibile discuterne. Sono settimane in cui il tempo viene sfruttato per «studiare» profili nuovi o già selezionati, aiutano i video che vanno a sostenere le relazioni già buttate giù dall’area scouting e tra i quali spicca Antonio Silva, che ha appena 19 anni, e nel Benfica è più di una promessa, visto che fa il titolare, anzi di più: Fernando Santos, il Ct del Portogallo, lo ha voluto in Nazionale, lo ha fatto debuttare un mese fa e ieri lo ha lanciato nel mischione al Mondiale. 

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In Italia

A volte, poi, non è necessario fare viaggi così faticosi: il Napoli guarda anche in Italia, a Udine soprattutto, e se Rodrigo Becao non è più un giovanotto con i suoi 27 anni (a gennaio), di lui non si può dire che sia anziano. Ma in Friuli, dove il Napoli ha avuto modo in passato di trattare ripetutamente, c’è Enzo Ebosse (23), francese naturalizzato camerunense, difensore centrale che Pier Paolo Marino ha scovato in Francia, nell’Angers, e che gioca centrale o anche esterno, con disinvoltura. Per saperne di più, ammesso che sia necessario, basta chiedere ad Anguissa: gli amici – freschi di rinnovo – anche a questo servono. 

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