Nainggolan: “Otto drink a sera? Anche venti. Però poi gioco regolarmente”

Il Ninja in un’intervista al Corriere replica a Sabatini, che sulla Gazzetta aveva descritto le sue abitudini: “Ho scelto di essere felice, da ragazzo ho sofferto. E il mio fisico non risente delle cavolate che faccio”

Un’intervista a cuore aperto al Corriere della Sera: Radja Nainggolan, 34 anni, in forza alla Spal, interviene non per smentire certi luoghi comuni su di lui ma, semmai, per aiutare a comprendere chi legge i motivi di un’esistenza (troppo) spesso sopra le righe. “Da ragazzo ho sofferto, la mia famiglia era povera, ho fatto grandi sacrifici per diventare un calciatore. E, adesso, non rinuncio a vivere, anche perché la natura mi ha dato un fisico che non risente delle cavolate che ho fatto”.

IL MIO AMICO WALTER

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Sabatini, uno che lo conosce bene, ne ha fatto un ritratto non esattamente da super professionista. Parlando su Twitch alla Gazzetta, aveva sostenuto che Radja può anche bere otto drink nella stessa sera. E Nainggolan replica così: “L’ho chiamato e gli ho detto che otto sono pochi, ne bevo anche venti, ma poi vado in campo regolarmente”. Dice cose durissime sull’Anversa dove era tornato a inizio stagione (“Mi hanno trattato come un parassita, non li perdono”), prima di un divorzio motivato da eccessive… intemperanze. Come, ad esempio, il fatto di avere fumato in panchina. “Ho sbagliato, si può? Agli umani succede”.

Le bravate

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Nainggolan parla delle bravate. “A Roma arrivavo in ritardo, ci sono stati video in cui di sera ero poco lucido e poi quel famoso Capodanno a casa mia…”. Del rapporto con Totti: “Con Francesco ci vogliamo bene, siamo stati felici insieme”. Dice che il suo cuore “Tifa Roma”. Promuove Spalletti: (“Mi ha sempre detto le cose in faccia. L’ho sentito ultimamente ci siamo presi in giro”) ma anche Mourinho: “Un istintivo, come me. Mi piace. le sue reazioni hanno sempre un motivo”. E sull’episodio che ha provocato l’allontanamento dall’Anversa, le sigarette fumate in panchina: “Si ho sbagliato, si può ogni tanto? Agli umani succede. Non è che poi per un mese si deve parlare del mio errore. Mi hanno impedito di entrare dalla porta principale, spostavano le mie cose nello spogliatoio. Mi dissero: dimostra che sei cambiato e mi sono comportato bene. Non hanno mantenuto la parola”.

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