Musso ha voglia di rivincita: “Atalanta, fidati di me: ti riporto in Europa”

Il portiere parla dal ritiro dell’Argentina e spegne le voci di mercato: “È stato un anno duro, ma non ho mai pensato di andare via: mio figlio nascerà a Bergamo. E la prossima sarà una stagione diversa…”

Marco Guidi @MarcoGuidi13

30 maggio – Milano

Mercoledì sera, nel ritiro dell’Argentina a Bilbao, dopo l’allenamento al San Mames davanti a 15mila persone, Juan Musso e compagni si sono messi davanti alla tv a guardare la finale di Champions tra Liverpool e Real. “Visto che parate Courtois? E pensare che al primo anno a Madrid era stato massacrato… Sono felice per lui, è un grande portiere”. Anche Musso, alla prima stagione all’Atalanta, non è stato esentato dalle critiche, a volte un po’ esagerate. Lui però non ha bisogno di leggere o ascoltare gli altri. “So da solo che posso e possiamo come squadra fare meglio. Sono sempre stato molto autocritico”.

Luca Percassi nei giorni scorsi le ha comunque ribadito la sua fiducia. “È uno dei migliori portieri d’Europa, ma il nostro modo di giocare gli chiede qualcosa di diverso rispetto al passato. Aspettiamo, Juan rappresenta il futuro dell’Atalanta”, le sue parole.

“Lo ringrazio. E ha ragione, ho scelto la Dea proprio perché mi piace lo stile di gioco offensivo, anche se a Udine ero abituato a un altro modo di difendere. All’Atalanta pressiamo alto e io ho tanto campo davanti. Così devo fare letture diverse e il rischio di sbagliare aumenta di parecchio, ma passo dopo passo sento di essere vicino ad adattarmi. Il primo anno è stato duro per tanti motivi, a cominciare dalla mancata preparazione. Sono arrivato solo ad agosto, poco prima dell’inizio del campionato. Nel 2022-23 sarà un’altra storia”.

La scorsa estate, tra Europeo e Coppa America, Gasperini ha avuto tutta la squadra solo ad agosto. Forse non è un caso che poi sia arrivata la sua peggiore stagione a Bergamo.

“Penso di no. L’Atalanta ha sempre fatto gironi di ritorno eccezionali, perché poteva contare sul lavoro fatto in preparazione che garantiva sempre una condizione top. Quest’anno eravamo terzi alla fine dell’andata, poi abbiamo patito infortuni su infortuni. Siamo stati tanto tempo senza Zapata, Toloi e molti altri… In più abbiamo perso Ilicic, che nella prima parte ci aveva aiutato tantissimo. Si sono complicate le cose. Poi per noi sudamericani sono stati mesi massacranti. Viaggi, partite in continuazione: non ci siamo fermati mai e ne abbiamo risentito in tanti”.

Mercoledì la Finalissima con l’Italia, domenica l’amichevole con l’Estonia. Poi finalmente vacanza.

“Devo ammettere che mi servirà ricaricare le pile. Però ci teniamo tanto alla partita con l’Italia. I campioni del Sudamerica contro i campioni d’Europa. Sarà una sfida intensa, non vedo l’ora”.

Per l’Italia l’occasione di dimenticare la Macedonia e la delusione Mondiale.

“Non avrei mai pensato che sareste rimasti fuori da Qatar 2022. Vi conosco bene, siete forti. E non sarà facile battervi a Wembley mercoledì”.

A luglio il ritorno in nerazzurro. Anche se qualche malizioso vede nella sua decisione di cambiare agente (da Montes a Lucci) la volontà di cambiare aria.

“Assolutamente no. Non mi è mai passata nella testa l’idea di lasciare l’Atalanta. Anzi, ho dentro una voglia matta di rivincita, dopo questa stagione un po’ così. Voglio tornare in Europa, e perché no, in Champions, con la Dea. Posso garantire che anche tutti i miei compagni hanno una grande fame, sappiamo di poter puntare in alto. Lo dobbiamo ai nostri tifosi che sono stati eccezionali dal primo all’ultimo minuto. Contro l’Empoli, anche dopo che non siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo, lo stadio ci è stato vicino e ci ha applaudito. Non capita in tutte le piazze”.

E poi a Bergamo si vive bene, no?

“Meravigliosamente. Ho anche comprato casa lì. Per me è un orgoglio, perché la gente mi ha accolto benissimo”.

Riavvolgiamo il nastro. Stagione complicata, ma anche avvincente. Scelga i tre momenti più belli per lei.

“Uno per competizione. Il mio esordio in Champions, in casa del Villarreal; il ritorno a Leverkusen contro il Bayer in Europa League; lo 0-0 contro l’Inter in campionato, in cui sono stato parecchio impegnato”.

Tutte partite segnate da sue grandi parate. E sì che il suo primo amore non era il calcio, vero?

“Giocavo a basket. E anche adesso, quando posso, mi piace guardare i playoff Nba. Gli orari, però, non sono comodissimi in Europa (ride, ndr)”.

Chi l’ha convinta a mettersi i guanti e ad andare in porta?

“Mio padre. Era un portiere nei dilettanti. E ancora adesso mi confronto con lui dopo una partita”.

A proposito, tra poco sarà lei a diventare papà (la compagna Anna è incinta).

“Ad agosto nascerà Alessandro: un bergamasco e un atalantino in più. Che c’è di meglio?”.

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