Mourinho, quante auto! Dalla Ferrari 612 Scaglietti alla Aston Martin Rapide

Lo Special One e la grande passione per le quattro ruote: iniziò con una Renault 5 regalata da suo papà Félix, oggi è testimonial Jaguar ma non solo. Tutte le vetture del prossimo allenatore della Roma

La notizia ha scatenato la sorpresa di tutti gli amanti del calcio: José Mourinho, 58 anni, l’allenatore tanto amato dagli interisti per il Triplete nel 2010, sarà il nuovo allenatore della Roma dalla prossima stagione. Una persona vincente, vulcanica e schietta, tanto da lasciare il segno nel suo ultimo passaggio in Italia. Un allenatore che da sempre ha avuto la passione per i motori, tanto da disporre oggi di un parco auto ricchissimo nonostante in Inghilterra non guidasse (lo scorso mese è stato esonerato dal Tottenham, suo ultimo club dopo Chelsea e Manchester United).

Dalla Renault 5 alla Ferrari 612 Scaglietti

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Un articolo del Sun ad aprile ha elencato tutte le auto dello Special One. Quando era allenatore a Manchester, veniva portato ogni giorno dal Lowry Hotel al “Carrington Training Base” (per dirigere gli allenamenti dello United) con una Bentley o una Jaguar F-Pace . E pensare che in Portogallo, Mourinho era partito con una Renault 5 color argento, regalo per i suoi 18 anni – e per l’arrivo della patente – da parte del suo defunto papà Félix (ex portiere di Vitoria Setúbal e della Nazionale portoghese).

Dalla Civic alla Ferrari

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Poi era arrivata una Honda Civic , la prima auto comprata con i propri soldi. Ma la Renault di suo papà non è stata l’unica auto regalata, dato che nel 2008 Roman Abramovich (attuale presidente del Chelsea) gli consegnò una Ferrari 612 Scaglietti da 250 mila sterline (più di 288 mila euro) – una delle sole 60 prodotte per il 60° anniversario della supercar di Maranello, che Mou desiderava fortemente – dopo averlo licenziato solo cinque mesi prima (tornò poi a Londra nel 2013, rimanendoci fino al 2015).

L’Aston Martin Rapide post-Triplete

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Nel 1996, il portoghese aveva guidato anche una Suzuki Vitara, la stessa che lo portava da Barcellona a Setúbal (dopo aver firmato il contratto con i blaugrana, era il vice di Louis Van Gaal) quando fu protagonista di un incidente stradale per un colpo di sonno. Allora fu un miracolato e se la cavò con “solo” la rottura di alcune costole e alcuni punti di sutura in testa. Il 2008, invece, è l’anno del primo arrivo in Italia, in quella Inter dove vinse tutto e viene tuttora venerato quasi come fosse un santo, per aver conquistato nel 2010 il Triplete (Serie A, Coppa Italia, Champions League).

Da non vendere mai

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Il primo e l’unico finora realizzato da una squadra italiana, tanto che Mou venne omaggiato dall’ex presidente nerazzurro dell’epoca, Massimo Moratti, con un’invidiabile Aston Martin Rapide . Una coupé a quattro porte con un V12 da 477 cavalli e 296 orari di velocità massima, talmente amata che Mou ha raccomandato ai suoi figli di non venderla mai a nessuno, una volta che lui non ci sarà più. Il portoghese, infine, è da pochi anni uno degli ambasciatori per la Jaguar, sponsorizzando i gioielli della casa britannica. Ora la nuova esperienza nella Capitale, con sullo sfondo l’arrivo (probabile) di nuove, bellissime, supercar.

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