Esattamente 11 anni fa, il 5 maggio 2010, José Mourinho scendeva per l’ultima volta le scalette dello stadio Olimpico mostrando il pugno ai tifosi della Roma dopo la Coppa Italia appena vinta con l’Inter. Ieri un annuncio improvviso che ha spiazzato il mondo: Mourinho è diventato l’allenatore della Roma, la grande rivale alla quale nell’anno del triplete interista tolse anche lo scudetto in volata.
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Il colpo
Quando è comparsa la notizia sul sito ufficiale, molti tifosi hanno pensato a uno scherzo. «Avranno hackerato l’account» è stato il commento più comune sui social. Invece era vero. Con una sterzata avvenuta nelle ultime 72 ore, la Roma ha convinto uno dei tecnici più vincenti e famosi della storia a sposarne il programma di rifondazione. Attraverso il portoghese in regia, Tiago Pinto, i Friedkin passano così da un portoghese all’altro: in mattinata era stato dato il dolce benservito a Fonseca, per liberare spazio al collega vip che entrerà in carica dal primo luglio. E la gente romanista adesso è legittimata a sognare, ricordando l’entusiasmo analogo per l’arrivo di Fabio Capello nell’estate 1999 dopo il controversio biennio di Zeman. In molti all’epoca capirono che Franco Sensi faceva sul serio. E in tremila andarono a Trigoria per accogliere il pluridecorato generale.
Pazienza
Lo scenario calcistico, a maggior ragione dopo la pandemia, è molto cambiato rispetto a quei tempi. Tanto è vero che Mourinho ha accettato di sposare il piano “sostenibile” ideato dalla famiglia Friedkin. Non chiederà follie sul mercato, aspirando a raggiungere “un titulo” nel triennio previsto nel contratto. Ma la nuova proprietà sul suo nome ha fatto all in: lo pagherà 4 milioni di base, più bonus comodi che spostano l’asticella fino a 7, con l’agevolazione garantita dal fisco per il ritorno dall’Inghilterra. E’ il più alto stipendio mai concesso a un allenatore della Roma. Perciò i Friedkin si aspettano, dopo la prima deludente stagione, un rilancio in grande stile che possa attrarre grandi investitori e valorizzare il brand del club su scala internazionale. Non a caso ieri il «titulo» in Borsa è volato: + 20%.
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