Mou, scommessa d’amore: “Roma, pronto a tuffarmi in questa mission impossible”

La chiamata dei Friedkin, la voglia di tornare in Italia: il tecnico, in arrivo nella capitale fra una decina di giorni, ha raccontato a Gq come è nato il progetto: “Roma mi ha riacceso la passione”

“Pronto a tuffarmi in questa nuova missione impossibile”. Lo spiega bene, Josè Mourinho, come mai consideri la Roma in questo modo: “La gente mi guarda vedendomi in un solo modo: un vincente”. E considerando che la Roma non vince un trofeo da 13 anni e uno scudetto da 20 si capisce quanto sia difficile la sfida che attende il portoghese. Lui però è pronto come racconta a GQ, spiegando soprattutto come sia nata e si sia evoluta la trattativa con i Friedkin e la società giallorossa: “La Roma mi ha voluto fortemente, è stata una cosa istantanea o quasi, la mattina il Tottenham mi ha esonerato e il pomeriggio la Roma mi ha chiamato. Loro mi hanno voluto, mi hanno fatto risentire la passione per il calcio che c’è in Italia e che conosco, specialmente a Roma dove non si vince da 20 anni. I Friedkin, i nuovi proprietari con un approccio professionale e umile, mi hanno trasmesso il loro entusiasmo per questo nuovo incredibile capitolo professionale della loro vita, sono stati veramente obiettivi, onesti e sinceri con me, mi hanno fatto sentire la passione per questo lavoro, mi hanno colpito per come si sono approcciati a me”.

Errori e empatia

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Adesso non resta che sbarcare a Roma – sembra tra una decina di giorni – e iniziare a lavorare. I tifosi non vedono l’ora: “Ho commesso anche io degli errori e ho sbagliato ad accettare alcuni progetti, a volte mi hanno spinto a scegliere situazioni che non avrei dovuto… sono andato a Manchester in un momento di transizione, poi al Tottenham che non ha una storia di successi, e ora la Roma con una nuova proprietà, ma in questo caso ho percepito subito grande empatia con i Friedkin, con Pinto, hanno stimolato di nuovo in me il fuoco e la passione per questo lavoro, ci ho messo pochissimo a dire di sì”. I romanisti sperano che ci metta pochissimo anche a vincere. La sua “missione impossibile” è appena all’inizio. Vuole entrare nella storia di Roma e della Roma e poi chissà, tornare a casa: “Se tutto si incastra nel modo giusto, un giorno mi vedo ad allenare la nazionale portoghese più che un club. L’esperienza però mi ha insegnato che nel calcio non si può mai dire “mai”. Sembra una parola gigante ma alla fine è piccola piccola”. Chissà se mai, appunto, avrebbe pensato di allenare la Roma…

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