Mou: “Roma poco protetta. Arabia? Un giorno ci andrò. E Ancelotti rimarrà al Real”

Non sono cessate le voci sul trasferimento dell’italiano da Madrid al Brasile: “Penso che anche l’anno prossimo Carlo sarà lì”. Così sul presente: “Il club giallorosso è molto speciale per me e per la mia carriera”

Emanuele Zotti

22 novembre 2023 (modifica alle 21:12) – roma

José Mourinho spegne (almeno per il momento) le sirene arabe. Nel secondo estratto dell’intervista rilasciata alla Rai trasmessa nel pomeriggio dal Tg Sport di Rai 2, il tecnico della Roma è tornato a parlare del suo futuro e della possibilità di approdare nella Saudi Pro League: “Io penso che un giorno andrò, ma quando dico un giorno non vuol dire domani o dopodomani”. Una prospettiva, quella araba, che al momento può attendere. Il presente e – almeno – i prossimi mesi riguarderanno esclusivamente la “sua” Roma che considera un club speciale: “Qui sento la voglia, la responsabilità professionale, l’orgoglio. Qui c’è qualcosa di più, questa gente ti fa avere una temperatura diversa, io amo questa gente e per questo motivo non ho problemi a dire che la Roma è molto molto speciale per me e per la mia carriera. Abbiamo uno spogliatoio ‘pulito’, il profumo è buono, la gente è buona. Abbiamo anche noi i nostri difetti, ma siamo un bel gruppo di lavoro”. 

CRITICHE

—  

Lo Special One non perde occasione per ricordare ancora una volta come la squadra e il suo operato siano oggetto di accuse troppo feroci, senza risparmiare un appunto alla società: “La Roma è troppo criticata, poco protetta, ha un profilo di comportamento a livello interno che apre un po’ la porta a questo tipo di situazioni, ma sì, è troppo criticata e lo sono anch’io. La strada che ci ha portato in finale di Europa League è stata facilissima – dice con una nota di sarcasmo -, guardate cosa stanno facendo ora Salisburgo, Real Sociedad o Feyenoord… Credo che l’ultima partita persa dal Bayer Leverkusen sia stata quella qui a Roma. Si fosse trattato di un altro allenatore o di un club con un altro profilo la storia sarebbe stata diversa. Per me non è un problema dal punto di vista personale, non lo era 10 anni fa figuriamoci adesso. Ma è un problema per la Roma come club e per i tifosi, entrambi meritano molto di più. Mentre è una gioia per gli pseudotifosi e gli pseudointellettuali del calcio”. 

APPARTENENZA

—  

Quindi Mourinho si sofferma sui tanti “bambini”, come ama chiamarli, lanciati in giallorosso: “È qualcosa che mi emoziona. In passato è successo anche con giocatori importanti, come Varane che a 18 anni ha giocato la prima partita in Champions nel Real o come Santon. Qui a Roma è stato importante, non solo per i parametri del Financial Fair Play, ma anche perché fa emergere il senso di appartenenza di questi ragazzi, come D’Alessio e Cherubini. Cito gli ultimi, ma sono già quindici e il legame rimane”. 

BLANCOS NEL CUORE

—  

Sul suo possibile ritorno al Real Madrid Mou getta acqua sul fuoco: “Quando hai un superallenatore perché devi pensare a un altro? Don Florentino, che io conosco molto bene, è un uomo super intelligente, legge la stampa e ha idee molto chiare. Da madridista dico di avere una costola ‘bianca’ e da ancelottista penso che anche l’anno prossimo Carlo sarà lì, perché è perfetto per il Real e il Real è perfetto per lui. Il Brasile? Solo un pazzo va via da Madrid se il club ti vuole. L’unico pazzo finora sono stato io… Sono sicuro che al primo segnale di Don Florentino Carlo rimarrà”. Lo Special One è pronto a scommetterci.

Precedente Sassuolo, Dionisi: "Club basato sui fatti, non sulle parole. Il Mapei Stadium lo dimostra" Successivo Brasile-Argentina, 100 anni di tensioni e presunti scandali