Mou, perché il gesto del telefono all’arbitro Pairetto? Tutte le ipotesi

A chi o a cosa si riferiva il portoghese? Le speculazioni impazzano in rete, in attesa del referto del direttore di gara e della decisione del giudice sportivo

Come sempre in questi casi c’è chi prova a buttarla sull’ironia: “Mourinho fa il gesto del telefono perché voleva chiamare Totti e De Rossi in tribuna per chiedergli di tornare in campo”; “Mou voleva chiamare i Friedkin per farsi comprare un giocatore”; “Mourinho voleva chiamare un aereo per scappare da Roma”. I social, in questo senso, sanno essere tanto simpatici quanto velenosi e sono stati, da ieri, soprattutto i tifosi di altre squadre a scherzare sul gesto fatto dall’allenatore giallorosso poco prima di essere espulso in Roma – Verona. Nell’ambiente giallorosso, però, di voglia di scherzare ce n’è poca.

Le ipotesi

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In attesa del referto di Pairetto ci sono varie ipotesi su quello che Mourinho voleva lasciar intendere con quel gesto: bocche cucite da parte della società, bocca cucita da parte di Josè che non ha parlato a fine partita e ha affidato il suo pensiero ad un post su Instagram in cui ha ribadito che era meglio il silenzio. E allora, da ieri sera, si cerca di capire cosa volesse intendere Mou. La base più logica sembra arrivare dal ragionamento: qualcuno avrebbe chiamato Pairetto per danneggiare la Roma. Chi e perché? Non è chiaro, ammesso che Mourinho volesse davvero intendere questo, ma altre spiegazioni non sembrano esserci e altre ipotesi sembrano piuttosto fantasiose. C’è chi dice che il riferimento fosse alle telefonate che riceveva il padre ai tempi di Calciopoli, chi addirittura si è spinto a pensare che il riferimento fosse al fratello che lavora nella Juventus, chi invece pensa che si riferisse ad eventuali chiamate tra arbitri per danneggiare la Roma. C’è chi pensa che Mourinho volesse intendere: “Dopo ti chiamo e te ne dico quattro” e chi, infine, si limita ad ammettere: “Il telefono sono le manette del 2022, peccato che non arriverà il triplete”.

Dodici anni dopo

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In quel caso, però, il gesto di Mourinho era abbastanza chiaro e diretto (e gli costò tre giornate di squalifica e 40mila euro di multa), stavolta pare tutto più confuso. Una curiosità: Mou fece le manette in una partita tra Inter e Samp del 20 febbraio 2010, esattamente 12 anni fa. Cambiano le squadre, gli stadi, i giocatori, i tifosi, ma Mourinho, invece, rimane fedele a se stesso: se qualcosa non gli va a genio lo dice o, come nel caso di ieri, lo dimostra con gesti che fanno il giro del mondo. Per capire cosa intendesse davvero Mou, a questo punto, non resta che aspettare il referto dell’arbitro e la decisione del Giudice Sportivo oppure la prossima conferenza dell’allenatore portoghese. Sempre se avrà voglia di parlarne.

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