Mou, l’uomo del secondo anno: il meglio deve ancora arrivare

La storia dice che il tecnico portoghese dopo la prima stagione vola sempre. Nel mirino Coppa Italia ed Europa League, ma anche la corsa in A si fa interessante

Se la storia ha un suo perché, allora alla Roma c’è di che rallegrarsi. Perché se è vero che al primo colpo in giallorosso José Mourinho ha subito portato a casa un trofeo (la Conference League vinta il 25 maggio a Tirana, in Albania, contro il Feyenoord), è altrettanto vero che le sue seconde stagioni nei vari club in cui ha allenato prima di tornare in Italia sono sempre state contraddistinte da sorrisi e successi. Ecco, Mou vuole replicare anche questa “tradizione”, il che vorrebbe dire vincere ancora, anche quest’anno. Difficile? Probabilmente sì, ma non impossibile. E se il campionato sembra ancora di statura elevata per le ambizioni di gloria giallorosse (anche se il mercato ha rinforzato non poco Mou), la Coppa Italia e l’Europa League no, quelle possono essere obiettivi alla portata delle aspettative romaniste.

A vuoto

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Del resto, Mou il secondo anno non ha davvero quasi mai sbagliato. Gli è successo solo in un paio di circostanze, nel Manchester United e nel Tottenham, quando però è andato vicinissimo in entrambi i casi al colpo grosso. Con i Red Devils arrivò comunque secondo in Premier League (dopo che nel primo aveva comunque vinto Coppa di Lega ed Europa League), con il Tottenham si era invece qualificato per la finale di Coppa di Lega, che poi non riuscì a giocare perché venne esonerato poco prima (e comunque il Tottenham poi la perse in finale contro il Manchester City). In tutte le altre circostanze, invece, Mou al suo secondo anno ha sempre fatto centro. Portando a casa un trofeo, un titolo nazionale o una coppa che sia. “Di solito il primo anno lavoro per migliorare la squadra – ha detto in passato l’allenatore della Roma parlando proprio delle sue seconde stagioni -. Non conosco ancora bene tutti i calciatori e le dinamiche interne di squadra, ci vuole un po’ di tempo per creare con i calciatori un rapporto di fiducia reciproca. Poi nella seconda stagione vado meglio, anche perché non ripeto più gli eventuali errori commessi nel corso della prima”.

Centro

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E così è successo ad esempio al Porto, nel 2002-03, quando l’attuale allenatore della Roma portò a casa ben tre titoli, uno dietro l’altro: la Superliga portoghese, la Coppa di Portogallo e la Coppa Uefa, vinta in finale contro il Celtic in quel di Siviglia. Poi la prima avventura inglese, al Chelsea di Abramovich, dove nella seconda stagione lo Special One vinse la Premier League, ma anche la Community Shield. Quindi la prima avventura italiana, all’Inter, con il meraviglioso Triplete (scudetto, Coppa Italia e Champions League) che lo ha immortalato per sempre nella storia e nei cuori dei tifosi nerazzurri. Da qui il Real Madrid, in Spagna, dove al suo secondo anno Mou ha invece portato a casa «solo» la Liga (la 32a della storia delle merengues), per poi tornare ancora a Londra, al Chelsea, dove nel 2014-15 José ha invece fatto il double: Premier League e Coppa di Lega. Insomma, in cinque occasioni su sette l’allenatore della Roma alla sua seconda stagione ha sempre trovato il modo di gioire. E nelle altre due ci è andato assai vicino, quasi ad un soffio.

Nella Capitale

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Ecco anche perché a Trigoria si respira un’aria positiva in questi giorni d’estate, si sente quasi l’odore della vittoria. Gli scaramantici, ovviamente, faranno tutti gli scongiuri del caso. E forse è anche giusto che sia così. Ma Mou sa che le aspettative si sono alzate, dopo la vittoria della Conference League e, di conseguenza, sa anche che c’è bisogno di alzare l’asticella. Il che, poi, per la Roma vorrebbe dire di fatto tornare in Champions League, dove manca oramai dal 2018/19, dove i giallorossi arrivarono agli ottavi di finale (eliminati dal Porto). Ma al di là del traguardo, c’è poi la voglia di continuare a vincere. E ad esultare. Ecco perché Mou ha deciso di dare la caccia alla Coppa Italia (di fatto il trofeo più facile da poter portare a casa), ma anche all’Europa League, dove il 26 agosto conoscerà la Roma conoscerà le sue avversarie tramite il sorteggio di Nyon.

Doppia Roma

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Per poter rivincere, Mou ha deciso così di dar vita di fatto a due squadre. Per ogni ruolo l’allenatore giallorosso vuole un paio di soluzioni, di alternative, anche perché il calendario sarà talmente compresso – soprattutto all’inizio, fino al via del Mondiale del Qatar – che per competere su tutti i fronti ci sarà bisogno di tanti giocatori e di scelte alternative nello stesso ruolo. Per riuscirci, Mou vuole ancora un centrocampista, un attaccante e un difensore centrale (di cui si parla nel pezzo a fianco). Perché vincere ancora al secondo colpo è il vero sogno di Mou.

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