Mou, eccoti il vero Tammy. E Zaniolo segna il gol della rinascita

La doppietta all’Atalanta può essere la svolta stagionale per l’inglese. L’azzurro non andava in gol da un anno e mezzo

Dodici gol totali, perfettamente divisi tra campionato e Conference League. Sei gol in Serie A prima di Natale, tanti quanti ne aveva fatti la scorsa stagione con il Chelsea. Tammy Abraham aveva – e per certi versi ha ancora, visto che otto legni non sono bottino da poco- un conto aperto con la sfortuna, ma la doppietta di Bergamo ha, in parte, rimesso le cose a posto. E il merito è solo suo e di Josè Mourinho, che ha voluto fortemente l’inglese per sostituire un totem tecnico e tattico come Dzeko e lo ha schierato praticamente sempre titolare. A lui, e a un meraviglioso Nicolò Zaniolo, che con un primo tempo sontuoso si è scrollato di dosso tutte le ruggini degli ultimi mesi, la Roma deve la beata gioventù con cui sognare il quarto posto (hanno 23 anni di media), ma a Bergamo è stata tutta la squadra a rendere al massimo. Guidata dall’inglese, senza dubbio, in giornata di grazia.

GOD SAVE TAMMY

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L’ultima volta che la Roma aveva fatto 4 gol all’Atalanta era maggio del 1997 e Tammy era ancora nella pancia della sua mamma. Sarebbe nato dopo pochi mesi (ad ottobre), e chissà se anche questa ricorrenza lo emozionerà. Ha un carattere forte ma pure emotivo, l’inglese, che adora l’inno della Roma perché lo carica prima dei match e oggi, subito dopo, si è inginocchiato in campo a pregare e a ringraziare chi, da lassù, gli ha dato una mano. Un gol ad aprire il poker romanista, di tecnica e fortuna, un gol a chiuderlo, di sola tecnica, tanta sostanza e tanta personalità, proprio quello di cui lui e la Roma avevano bisogno. Soprattutto perché Tammy, che spesso ha giocato in condizioni fisiche non perfette per un problema alla caviglia, non vedeva l’ora di scrollarsi di dosso dubbi e remore e farlo davanti a Edin Dzeko, che è il miglior terzo marcatore della storia giallorossa, ha un valore ancora maggiore.

GIOIA ZANIOLO

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Non solo: a completare il magico pomeriggio romanista il gol del connazionale Smalling e quello del suo amico più caro nello spogliatoio, Nicolò Zaniolo. Ha ritrovato la rete in campionato al tiro numero 34 effettuato in questo campionato e la sua marcatura è arrivata 514 giorni dopo la precedente in Serie A (luglio 2020 contro la Spal). Aveva bisogno di segnare, Nicolò, e aveva bisogno di farlo in una gara importante. C’è riuscito e il sorriso era davvero quello dei giorni migliori. Il suo, come quello di Abraham che poteva andare proprio all’Atalanta ma i bergamaschi non se la sono sentita di fare un investimento da 40 milioni. La Roma sì e oggi, finalmente, se lo gode tutto.

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