Morata: “Ecco perché Ronaldo è deluso. Ma alla Juve è contento”

Alvaro a tutto campo, dal suo futuro alla depressione, parla dalla Spagna. E su Ronaldo: “È frustrato per i risultati ma in un’altra squadra sarebbe lo stesso, in bianconero sta bene”

dal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci @filippomricci

24 marzo – Madrid

Alvaro Morata è un po’ ovunque. Intervista al Larguero della Cadena Ser, intervista al Mundo, oggi all’ora di pranzo in conferenza stampa con Luis Enrique per presentare Spagna-Grecia di domani. L’attaccante della Juve e della nazionale spagnola parla di tante cose: del suo futuro, di quello di Cristiano Ronaldo, della Juventus, della depressione, e anche del fuorigioco. Partiamo dal colloquio radiofonico.

LA JUVENTUS

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“Piccoli dettagli ci sono costati l’eliminazione col Porto. È colpa di tutti. Se segno io di testa la prima occasione che mi capita passiamo. Bisogna guardare sempre il lato positivo, abbiamo vinto la Supercoppa e siamo in finale di Coppa Italia. Bisogna prendere questa stagione come un anno di transizione, ci sono stati tanti cambi. Ci sono cose migliorabili, e basta”.

CRISTIANO RONALDO

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“Siamo stati tutti criticati, ma nessuno ha vinto quanto Cristiano. Siamo tutti colpiti dal momento, e chi ti dice che non è così mente. Io sono il primo a sapere che mi criticano, e lo saprà anche Cristiano, ma non devo certo dire io chi è Cristiano perché lo sanno tutti. Con Cristiano parliamo di tutto meno che di calcio. Passiamo un sacco di tempo insieme e quando siamo fuori al campo parliamo di come va il mondo, proviamo ad evadere un po’. Parliamo della pandemia, di come ha colpito la Spagna e il Portogallo… Cristiano dà la sensazione di essere frustrato perché è abituato al top. Non è una cosa che riguarda la Juve, se fosse in un’altra squadra sarebbe lo stesso. Io lo vedo contento, però è abituato a vincere ed è normale che stia soffrendo, così come sto soffrendo io. Però lo vedo contento”.

RONALDO E IL MADRID

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“Cristiano al Madrid? Non ci ho mai pensato. Io voglio che resti alla Juve perché voglio che la Juve abbia i migliori giocatori. Spero di averlo vicino, o qualsiasi cosa che lo faccia felice, sarei contento per lui”.

IL FUTURO DI MORATA

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“Quando sei in prestito la tua opinione conta abbastanza poco. Ero felice nell’Atletico, sono felice nella Juve. A fine estate mi diranno. Sono felice nella Juve, è l’inizio di un progetto nuovo”. E al Mundo, sullo stesso argomento: “Non so se alla Juve ho trovato il posto in cui fermarmi a lungo, magari! Però non è una cosa che posso decidere io, lo vedremo nel futuro. Io sono felice, poi vediamo cosa succede, perché non appartengo alla Juve”.

UNA BIRRA CON SIMEONE

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“Chiaro che mi farei una birra con Simeone, e anche un asado. Bisogna saper distinguere l’aspetto sportivo, professionale, nel quale chissà possiamo avere differenze di pensiero, e la parte personale. Simeone è una gran persona e gli sarò sempre grato. Lo ammiravo prima di lavorare con lui e l’ammiro per come s’impegna, per come vive il calcio”.

LA DEPRESSIONE

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“Continuo a pensare che così come alleniamo il nostro fisico dobbiamo allenare la testa, per essere pronti perché è una cosa che ti aiuta tanto. Fino a poco tempo fa, anche per quelli della mia generazione, andare dallo psicologo non era vista come una cosa normale. Però inevitabilmente si che dev’essere normale. Oggi è sempre più abituale, e arriveremo a un giorno nel quale sarà addirittura obbligatorio. Ci sono persone che vivono momenti complicati e potrebbero evitarlo. Per quanto mi riguarda se avessi avuto accanto un professionista quando ero al Chelsea la cosa mi avrebbe aiutato e fatto bene. Quando la testa non funziona, tu sei il tuo peggior nemico. In quei momenti è uguale ciò che fai, lotti sempre contro te stesso. Io non ho mai sofferto di depressione, però ci sono ci sono andato vicino”.

LE PAURE

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“Ora vedo regolarmente uno psicologo, ma non per evitare ricadute: lo faccio perché vado a trovare una persona con la quale condivido un punto di vista imparziale, una persona che è sincera con te. La testa non è che si lava come fai con i denti, bisogna tirar via certe cose dalla testa. Io ho una grandissima paura a volare senza la mia famiglia. Sto veramente male. È una cosa che sta li nella mia testa, non so come né perché. Per questo credo che parlare con una persona che ti capisca è importante”.

IL FUORIGIOCO

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“Sono giocate puntuali, questione di centimetri. Ho sentito che ora cambieranno le regole e se c’è un fuorigioco di due-tre centimetri non lo fischieranno più. È giusto perché per l’attaccante non c’è alcun vantaggio in uno spazio tanto ridotto. Però finché non cambiano le regole… Devo migliorare e restare un pochino più indietro”.

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