Montella, il turnover non va Condizione giù, e la testa…

I ragazzi di Montella inciampano, anzi ruzzolano a terra, dopo la sberla alla Juve e il sogno di tornare al primo posto in classifica per una notte. Niente da fare: di sberle, il Milan dei giovani ne prende tre a Marassi contro il “solito” Genoa (terzo successo di fila in casa sui rossoneri), ma l’aspetto più curioso della serata sta nel fatto che i principali “colpevoli” dello scivolone ligure sono Honda, Poli e Paletta, non esattamente tre ragazzini. Se il 3-0 di Genova sarà stato una tappa del romanzo di formazione rossonero lo dirà il tempo. In ogni caso però, dietro al terzo k.o. del Diavolo in campionato (il più netto di tutti, non solo nel risultato), ci sono almeno tre dati da evidenziare: il turnover che non va, il clamoroso calo di condizione e la tenuta mentale della squadra, che non regge ancora l’impatto con i piani alti della classifica.

Ambizioni di scudetto o squadra modesta? Qual è il vero Milan?
coperta corta — Con la sfida alla Juve nelle gambe e nella testa, tre giorni dopo Montella ha provato a fare un minimo di turnover, concedendo un turno di riposo ad Abate e Suso e inserendo Poli e Honda dal 1′. Esperimento fallito: l’errore del giapponese sul gol di Ninkovic (Keisuke non sale e tiene tutti in gioco) è da matita blu e il resto della partita è anonimo; la prestazione del centrocampista sembra tutta un equivoco, dall’improvvisazione nei panni di terzino destro fino al tiraccio da cancellare in una delle poche occasioni da gol capitate sui piedi dei rossoneri. Ristrutturare tutta la fascia destra in una notte non ha pagato affatto. C’è poco da fare, la coperta del Milan è cortissima, Montella non ha soluzioni alternative: cambiare uomini significa rischiare tantissimo (e la prestazione nulla di Luiz Adriano, entrato per ridare peso all’attacco dopo l’uscita di Bacca conferma la “povertà” di ricambi all’altezza dei titolari).

condizione giù — A differenza della maggior parte delle gare giocate, il Milan ha tenuto più palla degli avversari (53,2%), ma il pallone girava piano, troppo piano. Il Genoa sembrava viaggiare al doppio della velocità dei rossoneri, tutti grinta e corsa sabato a San Siro contro la Juve e spompati a Marassi. Anche lottatori come Kucka, sfortunato in occasione dell’autogol, hanno fatto fatica sul campo del Ferraris: il test con la banda di Juric, che ha nella tenuta fisica e nel gioco sulle fasce le sue armi più efficaci, era determinante in questo senso. Il Milan, ci si chiedeva, sarà in grado di tenere i ritmi dei rossoblù? La risposta, specie nel primo tempo, è stata piuttosto chiara. Meglio nella ripresa: paradossalmente, in 10 contro 11 il Milan ha alzato i ritmi e si è avvicinato di più dalle parti di Perin.
testa e approccio — Nei primi 45 minuti, il Genoa ha toccato una sola volta il pallone nell’area del Milan, in occasione del gol di Ninkovic: l’approccio dei rossoneri non ha funzionato, nonostante Montella avesse avvisato i suoi (“col Genoa sarà più dura che contro la Juve”). L’entrata assurda di Paletta che porta all’espulsione dell’italo-argentino, quando il risultato è ancora sull’1-0 per i padroni di casa, è un campanello di allarme da non sottovalutare: questi giocatori hanno la mentalità giusta per restare nei piani alti della classifica?

 Gasport 

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