Mkhitaryan, che tris! Ora è la star della Roma: “Dzeko me l’aveva detto…”

Prima tripletta dell’armeno nei primi cinque campionati europei, in nazionale ne aveva siglata una contro il Guatemala. Giallorossi terzi: “Possiamo arrivare ai livelli che vogliamo”

Un destro al volo che sa di Brasile, una tripletta al Genoa per lanciare la Roma. Calcio allegro e bailado, Mkhitaryan sa cosa vuol dire. Questione di viaggi.

Retaggi

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Armeno di Yerevan, a 14 anni se ne andò a San Paolo per imparare calcio. Merito di mamma, volto noto della federazione, che sfruttò una rete di contatti per far fare al figlio un’esperienza di 4 mesi nelle giovanili del Tricolor. Il riferimento si chiama Oscar, il compagno di stanza Hernanes. Lui, fantasista puro, impara il portoghese e torna in patria trasformato, come uomo e come talento. Perché alcuni tocchi te li ricordi, restano impressi, e a distanza di anni vengono replicati. Prima tripletta in Serie A, primo tris nei primi cinque campionati e Roma terza in classifica dopo l’1-3 al Genoa. Un grazie a Fonseca e l’altro a Dzeko: “Mi ha detto che avrei segnato”. Profezia rispettata, e se non fosse stato per il palo avrebbe calato pure il poker. Mai una tripletta con United e Dortmund, sì con la nazionale: Guatemala-Armenia 1-7, 28 maggio 2016. Ora il ragazzo sogna nella Capitale: “Possiamo arrivare ai livelli che vogliamo, abbiamo tutto per farlo”.

Stella

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La Roma non può farne a meno. Tre gol e 4 assist in A. Preso a titolo definitivo nell’ultimo mercato, Mkhitaryan si è calato nella parte di leader e ci sta riuscendo. Parlano i numeri: dall’inizio del 2010, solo due giocatori hanno segnato almeno 10 reti in Serie A, Bundesliga e Premier. Edin Dzeko e Mkhitaryan, oggi decisivo. “L’anno scorso sono stato spesso infortunato”. Nonostante tutto, però, 9 gol e 6 assist in 30 partite tra campionato e coppe.

Gol

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Punto di riferimento tecnici di una Roma ritrovata, terza in A grazie all’armeno poliglotta con una laurea in economia. Mkhitaryan parla cinque lingue e ha sempre segnato, dallo United al suo Shakhtar, gioiello di Lucescu: “Il più forte che abbia mai allenato”, disse una volta. Parlano i gol: 44 in 106 partite in Ucraina, dove sparavano a tutto volume la Sabre Dance nello stadio dopo ogni gol, canzone famosissima in Armenia. Chissà se l’Olimpico ne inventerà un’altra.

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