Milan, valanga rossonera sul Cagliari nel segno di Giroud

Una doppietta del francese marchia a fuoco la sfida: per lui primi gol in A e prima rete con i rossoneri anche per Tonali. Di Leao e Deiola gli altri centri

Tre tabù demoliti in un colpo solo. Il primo, di gruppo: anche San Siro può finalmente essere uno stadio amico, senza che il Milan sia costretto ogni volta a fare l’impresa in trasferta. Il secondo è personale: Olivier Giroud, che non è scaramantico, ha sfidato la maledizione della numero 9 e ha vinto. Anche il terzo tabù è personale: Sandro Tonali ha finalmente dato un calcio a tutte le incertezze trovando il primo gol in rossonero sotto gli occhi del suo mito Gattuso. Se mescoliamo tutto e ci aggiungiamo una prova di squadra maiuscola, ecco uscire il risultato: 4-1 sul malcapitato Cagliari, caduto sotto la potenza di fuoco di un Diavolo che ha dato spettacolo e allo stesso tempo offerto una prova di grande forza. Inter nuovamente riacciuffata in classifica e primo posto conservato, con un poker che aumenta parecchio la fiducia in vista della ripresa dopo la sosta, quando i rossoneri in una settimana affronteranno Lazio, Liverpool e Juve. Un successo nel segno profondo di Giroud, che ha trovato i suoi primi gol in Serie A alla prima apparizione a San Siro. Dove, anche se può sembrare bizzarro, non si era mai esibito. Se Pioli cercava concretezza nell’ultimo spicchio di campo, l’ha trovata. E voleva un Milan che emozionasse: ha trovato anche questo.

Le scelte

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Il tecnico rossonero ha confermato in blocco l’undici che aveva sbancato Marassi, risolvendo così anche l’unico dubbio della vigilia: di nuovo Krunic vicino a Tonali, con Bennacer fuori. E nuovamente fuori anche Romagnoli. Sulla trequarti Saelemaekers, Diaz e Leao alle spalle di Giroud. Oltre ai convalescenti Kessie e Ibrahimovic, Pioli non ha convocato Conti (in uscita) e Pellegri (condizioni atletiche ancora precarie, ci sarà dopo la sosta). Senza Cragno infortunato, Semplici in porta si è affidato a Radunovic, mentre in difesa si è rivisto dal primo minuto Ceppitelli. Accanto a lui Carboni, con Walukiewicz in panchina. Nandez, in attesa di evoluzioni dal mercato, è di nuovo sceso in campo dal primo minuto. In attacco confermata la coppia Joao Pedro-Pavoletti. Ma a brillare è la stata la stella dall’altra parte del campo. Una partita iniziata, indirizzata, proseguita e marchiata a fuoco nel segno di Giroud. Uno show personale al servizio della squadra cominciato con un colpo di testa, alto, dopo due minuti e un tacco delizioso che ha mandato in porta lo scellerato Leao, tutto solo ma talmente lento nella conclusione da farsi rimontare da Carboni. Giroud è stato il punto finale, o di passaggio, di quasi tutte le manovre offensive e in qualche modo stupisce la celerità con cui Pioli lo ha inserito nei meccanismi e con cui lui li ha assimilati. Sembra abiti a Milanello da un paio d’anni. Con Olivier abile nel giocare di sponda e nel far scorrere il pallone velocemente, il Milan si è esaltato nella propria rapidità, diventando a un certo punto straripante, e col passare dei minuti il Cagliari non si è più raccapezzato. I sardi sono riusciti a rimanere corti e compatti, ripartendo con intelligenza, nel primo quarto d’ora. Poi hanno iniziato a veder sbucare maglie rossonere ovunque. Un Milan devastante nella rapidità di gioco e negli uno contro uno. Diaz, Leao, Giroud, Hernandez: tanti i duelli vinti dagli uomini di Pioli in una partita molto divertente anche grazie all’atteggiamento del Cagliari, apprezzabile nel giocarsela a viso aperto anche dopo i due svantaggi.

Gestione sapiente

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I sardi però si sono smarriti sotto il peso dei gol, sempre più tragico. Nandez a destra ha provato a martellare, ma allo stesso tempo doveva vedersela con un Hernandez di nuovo in versione turbo rispetto alla versione col freno a meno tirato di Marassi. Pavoletti è risultato troppo statico e così l’unico a inventarsi qualcosa – ma non è certo una notizia – è stato Joao Pedro. La partita è stata sbloccata dal Diavolo, e va sottolineato che non è stata soltanto la serata di Giroud. Perché la prima rete è arrivata da una magnifica punizione di Tonali, al secondo gol in A (entrambi su calcio piazzato) e al primo in rossonero. Un gol che aiuta a dimenticare ancora più in fretta Calhanoglu, tenutario assoluto delle punizioni in rossonero, ma quasi senza riscontro. Il Cagliari ha avuto il merito di reagire subito, trovando il pareggio nel giro di tre minuti: pennellata di Joao Pedro per Deiola e colpo di testa vincente. Per vedere il Milan tornare in vantaggio di minuti ne sono bastati due. Gol fortunato – destro di Leao deviato fortuitamente da Diaz -, ma allo stesso tempo cercato con un’azione insistita. Il tris è arrivato col sinistro di Giroud, premiato da un’azione devastante di Hernandez rifinita da Diaz. E il quarto centro è stato su rigore, chiamato dal Var dopo una deviazione di Strootman col braccio che inizialmente era stata giudicata fallo dal limite. La sensazione più bella per i tifosi rossoneri? Ammirare una squadra che ha dato l’idea di poter segnare più o meno ogni volta che si affacciava nell’area sarda. Il secondo tempo per il Milan è stato ovviamente soltanto sapiente gestione. Giroud ha cercato il tris proseguendo una sfida bellissima con Godin, Leao si è infilato di prepotenza un paio di volte senza aver fortuna nell’assistenza ai compagni. A metà frazione Pioli ha inserito Rebic, Florenzi e Bennacer per Leao, Saelemaekers e Tonali, il Cagliari ha trovato cinque minuti di grande orgoglio (ottima parata di Maignan su una punizione insidiosa), che però non sono serviti ad accorciare il punteggio. Anzi, è stato ancora il Diavolo ad andare vicino al gol con Rebic. Ma per lanciare un chiaro messaggio al campionato, quattro possono bastare.

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