Milan, un punto ed è festa. Ma l’Inter ci crede ancora. È il giorno dello scudetto

A Pioli basta non perdere contro il Sassuolo per guidare il suo giovane Milan al titolo. Inzaghi lancia i nerazzurri contro la Samp per meritarsi l’eventuale regalo in arrivo dal Mapei Stadium. Milano trattiene il fiato…

Una cosa è certa. Anzi, tre. Lo scudetto non uscirà dalla cerchia dei Navigli; la statua di Vittorio Emanuele II, al centro di piazza del Duomo, questa notte non soffrirà di solitudine; una parte di Milano si addormenterà felice, campione d’Italia. Il gran giorno è arrivato. Mancano 90 minuti alla fine del campionato che solo Milan e Inter possono ancora vincere. Mancano 152 km al traguardo, quelli che ha percorso il Diavolo per raggiungere Reggio Emilia, la città del Tricolore. Una coltellata di pianura che riassume gran parte della vita calcistica di Stefano Pioli. Da giocatore o da allenatore, ha militato a Piacenza, Fiorenzuola, Parma, Sassuolo, per poi allungarsi fino a Modena e Bologna. Ci avrà pensato ieri il tecnico rossonero nella vigilia più importante della sua vita. Dal finestrino non vedeva solo campagna, ma il suo passato.

Le carte di Inzaghi

—  

Poco oltre il confine di Milano, c’è Melegnano. Nell’88, a pochi passi dal primo scudetto, Arrigo Sacchi portò il Milan a giocare in amichevole contro la Melegnanese: 8-0. Berlusconi arrivò in elicottero anche lì. L’argentino Borghi, pupillo del presidente, chiedeva sempre la palla sui piedi e Ancelotti, abituato a darla negli spazi, lo mandò a quel paese. Ancelotti era il simbolo di un Milan fatto di uomini affidabili, prima che di campioni. Lo è anche il Milan di Pioli. Per questo il tecnico è certo che i suoi ragazzi risponderanno bene anche all’ultimo esame. Ieri li ha chiamati “giovani strani” che non sentono le pressioni. Lo hanno dimostrato vincendo più scontri diretti degli altri e reggendo a lungo il ruolo di lepre. Anche i giovani di Sacchi, Maldini e Costacurta, erano “strani”. Naturalmente Simone Inzaghi si augura che i ragazzi di Pioli, sul più bello, tornino “normali” e sentano la tensione della recita decisiva. In fondo, Carpi, città natale di Dorando Pietri, il maratoneta crollato a un passo dal traguardo, dista 40 km da Reggio. Da laziale, Inzaghi ha già vinto uno scudetto piovuto dal cielo insieme alla pioggia di Perugia (2000), L’Inter è squadra pazza per costituzione. Sulla sua pelle, dal 5 maggio in giù, l’Inter ha sperimentato più volte quanto faccia male questa vena folle. Ma esiste anche una follia buona. Stasera l’Inter chiude con la Samp che rimanda a una delle rimonte più romanzesche, gennaio 2005: Inter sotto di due gol fino al 43’ del secondo tempo, poi tre gol a raffica, con ciliegina di Recoba. Inzaghi spera che lo scudetto possa arrivare per una strambata folle del Destino, come accadde allora. Al Destino piace spiazzare. Lodi è la città di Giampiero “Malik” Marini che nel ‘75 arrivò dal Varese all’Inter quasi inosservato. affiancato da Giacomo Libera, che attirava i fari. Poi Libera scoppiò come una bolla di sapone, mentre Marini diventò campione del mondo con Bearzot. Al Destino piace spiazzare. Inzaghi ci conta e conta anche sull’orgoglio dei Sassuolo. Dionisi lo ha spiegato: “Abbiamo l’occasione di fare storia”. È così. Senza la Fatal Verona, Sotomayor sarebbe solo un saltatore cubano e i nomi di Luppi e Sirena non sarebbero rimasti impigliati nella memoria. Raspadori, Scamacca e Berardi hanno l’occasione per farsi ricordare.

Theo e Leao, i soliti due

—  

Il Sassuolo attacca e segna con facilità, ha raccolto due soli gol meno del Milan capolista (64-66). Anche nell’ultimo atto sarà fondamentale la resa dei centrali Kalulu-Tomori, coppia rivelazione, e di Maignan, già eletto dalla Lega Calcio miglior portiere del campionato. Pioli si fida ciecamente della sua difesa, la meno battuta del torneo insieme a quella del Napoli, ma, superata Lodi, sfilando davanti a Piacenza, a Pioli sarà tornato in mente quel Piacenza-Milan 3-2, dicembre 1996. A guardia della porta del Diavolo c’erano due cattedratici come Costacurta e Baresi, eppure Luiso. il Toro di Sora, rovesciò in rete il gol-partita che costò la panca al Maestro Tabarez. E’ quanto dovrà ripetere anche stasera Pioli nello spogliatoio del Mapei Stadium: “Non basta chiamarsi Milan per battere il Sassuolo. Bisognerà essere il Milan”. Sora è una cittadina del Lazio, regione natale di Scamacca. Bisognerà correre e lottare come i rossoneri hanno fatto meglio degli altri nell’ultimo tratto di campionato. Passando da Fiorenzuola, Pioli avrà ricordato quel Fiorenzuola-Brescello di fine carriera, ottobre 1997, in cui si ritrovò a marcare un centravanti di 21 anni che oggi gli contende lo scudetto. Dopo Fiorenzuola: Fidenza, culla di Vincenzo PIncolini, il patriarca dei moderni preparatori atletici, il professore che riempiva di fiato e di forza l’Invincibile Milan di Sacchi. Per vincere, anche oggi il Milan dovrà correre tanto. Se il Sassuolo può palleggiare e costruire in allegria, diventa molto pericoloso. Lo ha dimostrato abbastanza chiaramente nei due ultimi viaggi a San Siro: 6 punti. Se invece viene pressato forte, può concedere nella costruzione bassa e concede se sorpreso sbilanciato nelle transizioni. Il Sassuolo ha segnato solo 2 gol meno del Milan, ma ne ha subiti ben 32 in più: qualcosa vuole dire. All’andata, Leao andò in gol dopo soli 7” al Mapei; Hernandez costruì il gol di Saelemaekers con una cavalcata. Non si scappa. Come contro l’Atalanta, come per tutta la stagione, dovranno essere sopratutto quei due a decidere. Di corsa. Dopo il sospetto di Carnevali, a.d. del Sassuolo, (“Non so se Leao da noi sarebbe titolare”), il portoghese cercherà di migliorare il suo record di 7”.

Asso nella manica

—  

Leao, Theo, ma anche Ibrahimovic, avrà pensato Pioli passando da Parma e ricordando quando, nel 2008, Zlatan si alzò dalla panchina del Tardini e con una doppietta fece vincere lo scudetto all’Inter. Stasera, nel caso, si alzerà per farglielo perdere. Carnevali è legato a Marotta da storica amicizia; la famiglia Squinzi è milanista: lasciamo ai bar la geopolitica da scudetto. Noi ci aspettiamo una partita seria e intensa. Milan a un passo dal titolo per i 2 punti di vantaggio, per i 2 risultati su 3 a disposizione e per l’onda buona che i giovani di Pioli stanno surfando con entusiasmo. L’Inter cercherà di mettersi nelle condizioni di accogliere un eventuale regalo del Destino e del Sassuolo e festeggerà comunque una stagione positiva, ricca di due coppe. Tra poche ore si deciderà tutto. Vittorio Emanuele II scruta già dall’alto del suo cavallo: ci sarà del rosso o del blu sulle bandiere che spunteranno e si affacceranno in piazza del Duomo?

Precedente Inter-Sampdoria: Sky o Dazn? Dove vederla in tv e in streaming Successivo Probabili formazioni Inter Sampdoria/ Quote: Dumfries o Darmian? (Serie A)