Milan, tensione tra proprietà e Maldini: così viene giù tutto

MILANO – Il Milan è una polveriera sul punto di esplodere. Le tensioni tra la proprietà e Maldini – da Elliott a RedBird nulla è cambiato… – sono note da tempo e hanno radici lontane. I risultati negativi, però, ne hanno fatte emergere anche altre, come quella tra la dirigenza e Pioli, tanto da essere ormai arrivati al “tutti contro tutti”. A fine stagione ci sarà l’inevitabile resa dei conti, che con ogni probabilità provocherà vittime illustri, soprattutto se il Diavolo dovesse mancare la qualificazione Champions. È chiaro però che, senza un’inversione di rotta immediata e soprattutto se il tracollo dovesse proseguire, con tutti già in discussione, non si può escludere alcuno scenario.

Champions obbligatoria

Sono punti pesanti quelli lasciati per strada con il Sassuolo, alla luce di una lotta per l’Europa che conta più che mai in bilico. Per di più, con un altro derby tra una settimana, il Milan cammina sull’orlo del baratro. Fallire quel traguardo comprometterebbe sensibilmente il percorso che Elliott ha avviato e che RedBird ha raccolto, perché verrebbero meno ricavi fondamentali e diventerebbe obbligatorio un passo indietro. Del resto, nella visione della proprietà l’attenzione ai conti e alla sostenibilità è sempre stata imprescindibile. E proprio questa filosofia è stata all’origine delle incomprensioni con Maldini, che ha sempre spinto per avere più libertà e margini di spesa, come dimostrato anche con Zaniolo. Le dichiarazioni post-Lazio, ben poco gradite da Cardinale, che si sommano ad un mercato estivo palesemente deficitario, hanno nuovamente fatto emergere le distanze.

Il Milan torna a fare sul serio

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Il Milan torna a fare sul serio

Divergenze tattiche

Come premesso, però, oggi c’è molto di più. Anche l’asse Maldini-Massara-Pioli, infatti, non è solido come una volta. Le ultime scelte del tecnico, infatti, non hanno soddisfatto. Anche perché, già prima della Supercoppa, durante le varie discussioni tecniche, si era parlato di virare verso una formazione più prudente e più attenta tatticamente, come era avvenuto nella seconda parte della scorsa stagione. E quella mossa era stata riconosciuta come decisiva per la conquista dello scudetto. Invece, non c’è stato alcun cambiamento: Pioli ha insistito con il suo 4-2-3-1, sempre con un trequartista di ruolo, e l’equilibrio (12 gol incassati nelle ultime 3 gare) è saltato definitivamente. Volendo sintetizzare, prima che mentali o psicologici, secondo la dirigenza tecnica, i problemi sono principalmente tattici. E, dunque, l’allenatore ne è il responsabile.

Spogliatoio

Ieri, dopo la gara, è andata in scena un confronto negli spogliatoi, dove sono scesi l’ ad Furlani, Maldini e Massara. È stata analizzata la situazione, cercando di trovare cause e spunti per individuare accorgimenti e soluzioni. Non sono state prese decisioni immediate, ma forse verrà fatto un ultimo tentativo per Sportiello, mentre è probabile che, contro l’Inter, ci sarà quella correzione tattica (un centrocampista in più) tanto invocata. Potrebbe essere troppo tardi, però. Anche perché nemmeno a Milanello ci sono la serenità e la compattezza di un tempo. Nel gruppo di giocatori covano tensioni e incomprensioni. In questo senso, il dopo-Supercoppa è stato particolarmente turbolento. Chiaro che così diventa ancora più complicato uscire dal tunnel. Serve che tutti, ad ogni livello, remino nella stessa direzione e si mettano a disposizione per il bene comune, ovvero per il Milan. Altrimenti, se continuassero a prevalere gli interessi personali e gli egoismi, l’esplosione sarebbe davvero ad un passo.


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