Milan, sei in scadenza nel 2022: ecco tutte le situazioni caso per caso

Non solo Ibrahimovic. Il Milan nelle prossime settimane prenderà una decisione sui giocatori in scadenza a fine stagione. Dentro o fuori, sono ben sei le situazioni da risolvere da Maldini e Massara, che devono far quadrare i conti e tenere conto delle ambizioni personali e della competitività della squadra, che l’anno prossimo sarà costruita per fare uno step in più. Dal portiere all’attaccante, passando dai casi spinosi Kessie e Romagnoli, ecco tutti i casi e gli aggiornamenti:

ANTONIO MIRANTE – Arrivato a stagione in corso dopo l’infortunio di Maignan, l’ex portiere della Roma terminerà la sua avventura il 30 giugno. Dietro al francese e a Tatarusanu, in scadenza nel 2023, c’è la volontà di far crescere un giovane.

ALESSIO ROMAGNOLI – Al capitano del Milan è stato offerto un rinnovo del contratto al ribasso, circa la metà di quanto guadagna attualmente, 6 milioni di euro netti. Al momento l’accordo è lontano, sul difensore c’è la Lazio.

ALESSANDRO FLORENZI – Il Milan è soddisfatto della seconda parte di stagione dell’esterno destro, ma non è ancora arrivato il momento di prendere una decisione sul riscatto, per il quale è necessario un investimento da 4,5 milioni. Maldini potrebbe chiedere uno sconto alla Roma, ma non è da escludere che vengano valutate alternative al nazionale azzurro (è stato proposto Mazraoui, in scadenza con l’Ajax),

FRANCK KESSIE  – Le percentuali di un prolungamento dell’ivoriano sono molto basse. L’offerta migliore sul tavolo al suo entourage è dell’Aston Villa, ma l’ex Atalanta preferisce il Barcellona, con il quale c’è una trattativa in piedi.

JUNIOR MESSIAS – Un inizio con il freno a mano tirato, poi una crescita che l’ha portato a essere un titolare di Pioli. Costato 2.6 milioni di prestito oneroso, per riscattarlo dal Crotone servono a 5.4 milioni. Anche in questo caso non è da escludere che il Milan, di fronte alla volontà di tenerlo in rossonero, possa chiedere uno sconto.

ZLATAN IBRAHIMOVIC – Maldini è stato chiaro, deciderà lui e non sarà mai un problema. Se vuole continuare, come ha fatto intendere nelle recenti interviste, dovrà sedersi intorno a un tavolo e discutere del suo impiego. Per ovvie ragioni fisiche dovrà accontentarsi di essere una risorsa, non la priorità dell’attacco.

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