Milan-Napoli ai raggi X. E la sfida Kessie-Anguissa accende San Siro

Da una parte gli straordinari di Ibra, dall’altra una difesa contata. Spalletti si affida alla rapidità di Mertens, Pioli a un super Tonali. Ma entrambe le squadre sono condizionate da tante assenze

M. Nicita-M. Pasotto

17 dicembre – Milano

Ha ritrovato il fascino degli Anni Ottanta la sfida fra Milan e Napoli, quando i rossoneri di Sacchi e gli azzurri di Bianchi, e poi Bigon, si contendevano gli scudetti e in campo c’era lui, Diego Armando Maradona. Certo, con l’Inter che va a mille sembrerebbe più uno spareggio per capire chi avrà più forza per ostacolare il bis dei nerazzurri. Ma le distanze in classifica sono ancora molto limitate e tutto può succedere. Da segnalare che il Milan non batte in casa il Napoli da dicembre del 2014 (e in generale ne ha vinta solo una nelle ultime 13 di campionato): da allora, tre successi campani e tre pareggi. Entriamo allora nel vivo di una sfida che, nonostante le tante assenze da entrambe le parti, si presenta interessante e stimolante sotto l’aspetto tecnico-tattico.

Difesa contro attacco

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L’assenza di Kjaer ovviamente è pesante come un macigno in casa rossonera, ma occorre in qualche modo archiviarla in fretta perché Simon mancherà a lungo e non si può rimpiangerlo ad ogni partita. La coppia Tomori-Romagnoli dà in ogni caso buone garanzie, sebbene sia arrivato qualche scricchiolio di troppo, come quelli di Tomori in Champions e a Udine, e del capitano col Sassuolo per esempio. Con Mertens quello ad andare più in difficoltà potrebbe essere Romagnoli, che patisce i giocatori più rapidi. Nelle ultime sei uscite, coppa compresa, il Milan ha tenuto la porta inviolata per metà delle volte: non male. Spalletti, come detto, punterà su Mertens e sul movimento dei suoi.

Il tecnico toscano deve ancora capire quali frecce all’arco avrà – Insigne al momento è fuori dalla partita – ma comunque in attacco le alternative le ha. Probabile che gli esterni siano Politano e Lozano, mentre dal sottopunta si capirà l’impostazione della gara. Nel senso che bisognerà vedere dove giocherà Zielinski: se in mediana (e a quel punto dietro Mertens agirebbe Ounas), oppure il polacco stesso vicino al belga. Per Spalletti conterà il modo in cui gira la palla e come i suoi uomini sapranno muoversi fra le linee, creando difficoltà di riferimenti alla difesa rossonera.

A centrocampo

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Pioli nel suo consueto 4-2-3-1 si affiderà a Tonali e Kessie, ora come ora la coppia più affidabile da proporre in mediana. Tonali è, per distacco, il centrocampista migliore in rosa, mentre gli altri arrancano un po’. Lo stesso Kessie da inizio stagione sta alternando prestazioni importanti a momenti di blackout. Per Bennacer invece più ombre che luci, mentre Bakayoko è stato fino a questo momento un disastro su tutta la linea. Spalletti recupera Anguissa e Zielinski, e queste sono le buone notizie. Poi c’è Demme che deve ritrovare la miglior condizione dopo il Covid, ma è disponibile. E con qualche acciacco c’è pure Elmas.

Aumentano le quotazioni di Lobotka, che oggi ha lavorato in gruppo, mentre non c’è alcuna speranza per Fabian Ruiz. Dunque Spalletti ora deve decidere fra condizione e strategia. Può arretrare Zielinski accanto ad Anguissa lasciando Elmas trequartista. Oppure puntare su una mediana più di “rottura” con Demme al fianco del camerunese e Zielinski vertice avanzato del triangolo di centrocampo. In ogni caso l’imperativo di Spalletti è: girare palla veloce come un flipper.

Attacco contro difesa

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Là davanti il faro resta sempre Ibra, chiamato agli straordinari dal momento che Rebic e Leao li rivedremo nel 2022. Lo svedese ha giocato titolare in sette delle ultime dieci partite dei rossoneri, cinque delle quali per tutti i 90’. Ma Pioli non aveva alternativa e comunque Zlatan lo ha ripagato bene, come a Udine. Giroud sarà convocato e potrà servire a dargli un po’ di respiro a gara in corso. Dietro Ibrahimovic sono in quattro a giocarsi le tre maglie sulla trequarti: uno fra Messias, Saelemaekers, Diaz e Krunic resterà fuori e Pioli deciderà non prima di domani. Non è solo questione di condizione individuale, ma anche di scelta “filosofica” sul migliore approccio tattico da tenere. Il Napoli ha perso le ultime due di campionato e ha preso dieci gol nelle ultime sei uscite, chiaro segnale di come la fase difensiva sia diventata scricchiolante, complice le numerose assenze. Basti pensare che gli azzurri hanno subìto 28 tiri nello specchio nelle ultime cinque gare di campionato, quando ne avevano incassati 11 in totale nelle precedenti cinque. Al centro della difesa, con Koulibaly out e Manolas emigrato in Grecia, gli uomini sono contati: Rrahmani e Juan Jesus, una coppia non esattamente collaudatissima. In caso di guai ulteriori la prima alternativa sarebbe l’accentramento di Di Lorenzo. Cresce l’ottimismo però per Mario Rui. Anche lui, come Lobotka, ha svolto la seduta odierna in gruppo.

Kessie vs Anguissa

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L’ivoriano del Milan e il camerunese del Napoli hanno in comune la fisicità ma sono giocatori diversi nel modo di portar palla e inserirsi. Il rossonero preferisce gli inserimenti in zona gol e lo dimostra anche l’ultima rete segnata alla Salernitana. L’azzurro invece porta più palla e non disdegna il dribbling. Anche in Premier è stato il miglior centrocampista in questo fondamentale. Entrambi sono schermi fondamentali per le rispettive difese e proprio il camerunese si è notato nel periodo di assenza. Qualche cifra? Kessie è il centrocampista del Milan che ha recuperato il maggior numero di palloni in questo campionato (77), Anguissa è il centrocampista del Napoli che ha vinto il maggior numero di duelli aerei (20). L’azzurro si distingue anche per dribbling riusciti (26 contro i 14 di Franck), mentre il rossonero è più efficace quando vede la porta (4 tiri nello specchio contro uno).

Il confronto in panchina

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Stefano Pioli e Luciano Spalletti di fatto adottano lo stesso sistema di gioco, il 4-2-3-1, che però segue geometrie differenti visto che il Milan appoggia il suo attacco su un centravanti come Ibrahimovic, mentre il Napoli senza Osimhen si affida ai funambolismi di Mertens in quello che il tecnico toscano ama definire 4-2-3-0, perché il difensore centrale cerca il riferimento ma Dries fermo lì non ci starà mai. Al di là delle tattiche entrambi i tecnici devono rafforzare lo spirito di gruppo nell’emergenza e dopo alcuni risultati non proprio soddisfacenti. Ognuno col suo stile cercherà di motivare al meglio i propri uomini. Curiosità nei precedenti: Pioli non ha mai battuto Spalletti in dieci incroci (tutte le competizioni) e in due di queste partite Pioli ci rimise la panchina con Parma e Lazio.

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