Milan-Keita è un affare di potere

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Milan-Keita è un affare di potere
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Galliani lavora per chiudere subito. L’esterno è un pallino di Mirabelli che con Fassone prende tempo…

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Galliani lavora per chiudere subito. L’esterno è un pallino di Mirabelli che con Fassone prende tempo…

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MILANO – L’affare Keita rischia di spaccare il Milan. Quello vecchio e quello nuovo. È stato Galliani, infatti, a disegnare il possibile affare con la Lazio che prevede l’arrivo immediato in rossonero dell’attaccante senegalese in prestito con riscatto obbligatorio rimandato a fine stagione. Ferma restando la necessità di cedere uno tra Bacca o Niang per trovare le risorse necessarie a chiudere l’operazione, che il club biancoceleste si dice disposto a valutare solo a fronte di 30 cash. Già, ma a fine stagione, a guidare il club rossonero di dovrebbero essere i nuovi proprietari, con il tandem FassoneMirabelli come braccio esecutivo. E qui nasce il caso. Perché l’attuale ad, con l’operazione cha ha architettato, impegnerebbe proprio Sino-Europe al pagamento di Keita, seppure con i forzieri rossoneri riempiti dal denaro incassato dalla cessione di Bacca o Niang. Ebbene, quest’ipotesi, non ancora comunicata direttamente, viene vissuta come una forzatura da Fassone e Mirabelli, che, da un lato, una volta in sella, vogliono avere la piena libertà di agire, senza avere strascichi della vecchia gestione, e, dall’altro, intendono evitare che i meriti per l’innesto di Keita, comunque di grande impatto, finiscano tutti a Galliani. Tanto più che il talento biancoceleste è un pallino di Mirabelli, che l’ha seguito più volte in questi mesi, che ha coltivato ottimi rapporti con il suo agente Calenda e che, nel caso, vorrebbe in prima persona provvedere al suo acquisto.

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