Milan, il prezzo della qualità

Non c’è stata partita perché troppa era la differenza sul piano della qualità tra la squadra di Pioli e quella che ha potuto mettere in campo Mourinho (quanto gli è mancato il “signor Matic”).

Non c’è stata partita anche perché il primo gol è arrivato all’ottavo per una leggerezza di Rui Patricio – il fallo da rigore su Loftus-Cheek – e il raddoppio 3 minuti dopo l’intervallo per una topica in marcatura di Celik che ha permesso a Leão di esprimere tutta la propria arte. Errori individuali, as usual.

Non c’è stata partita fino a quando il Milan non si è ritrovato in dieci per l’espulsione di Tomori e Mou ha inserito Spinazzola, Lukaku, Bove e in seguito cambiato il disegno della squadra. Da quel momento in avanti, solo Roma, troppo tardi però.

Non c’è stata partita, ma adesso c’è la sosta ed è l’unica buona notizia per lo Special che deve recuperare Dybala, vedere migliorata la condizione di Lukaku e solo Dio sa come ritroverà – e per quanto potrà impiegare – la sua, di qualità: Spinazzola, Paredes, N’Dicka e Renato Sanches, per non dire di Azmoun («se erano a posto non stavano qua», spiegò dieci giorni fa).

Pioli, a punteggio pieno, sta lavorando con grande intelligenza: all’impianto della stagione scorsa ha aggiunto Reijnders, Loftus-Cheek e Pulisic. Nessuno stravolgimento, più piedi buoni e esperienza. Mou, a punteggio vuoto (1 punto), non ha ancora potuto presentare l’idea di Roma che ha in testa.

Come si è mosso Lukaku? È al 30 per cento della condizione, ma quel poco che si è visto è bastato per far capire a tutti quanto potrà essere utile, importante.

Qualcosa Di Bello

Da Niente Di Bello (il nostro titolo di lunedì scorso) a Qualcosa Di Bello. Ieri. Gianluca Rocchi – sarebbe l’ideale presidente dell’Aia – aveva preso immediatamente la decisione di fermare («non sospendere») arbitro e Var, Di Bello e Fourneau, di Juve-Bologna. Pertanto l’ascolto dell’audio relativo al fallo di Iling-Junior su Ndoye non avrebbe potuto che confermare la giustezza del suo intervento. Ho trovato centrate e oneste le parole che ha pronunciato: «Check superficiale» ha chiarito. «Gli altri rigori non c’erano… Siamo umani, sbaglieremo ancora. Chiedo però di rispettare la figura dell’arbitro».

Fin qui tutto nella norma, non regge invece la conclusione: «Criticate me, ho le spalle larghe, sono io che li scelgo». Se gli dessimo ascolto dovrebbe autosospendersi alla fine di ogni weekend e invece ce lo teniamo stretto. È perbene.

Rocchi deve lavorare molto sul rapporto tra le varie personalità dei suoi, sui diversi pesi e caratteri. Combinare arbitro e Var, affrancandoli dai precedenti, non sarà, non è semplice. Non parlo di malafede, anche se secondo Laurean Conrad «non si fa mai lo stesso errore due volte, perché la seconda volta non è più un errore, è una scelta».


Precedente Roma-Milan, la moviola: gara nervosa, ok il rigore e il rosso Successivo Derby Parma-Reggiana: Nesta vuole fermare Pecchia

Lascia un commento