Milan, il nuovo Kessie è anche… il bomber che non ti aspetti

Con Pioli l’ivoriano ha svoltato tatticamente ed è il vero insostituibile della mediana. E da quando è arrivato (2017-18), con 18 gol è il miglior marcatore rossonero

In un modo o nell’altro è sempre stato l’imprescindibile. Quello che a fine stagione trovi immancabilmente sul podio del minutaggio a fine stagione, perché non conosce la parola stanchezza, perché garantisce rendimento costante e perché difficilmente si infortuna. Fino a questa stagione Franck Kessie è stato tutto questo. Ora, però, dietro la sua imprescindibilità si può aggiungere anche un altro motivo, per certi versi sorprendente: con Pioli Franck è diventato un giocatore basilare dal punto di vista tattico. Un pensatore, se non raffinato, quantomeno fondamentale nello sviluppo del gioco pioliano.

Orgoglio

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È la verità: di Kessie là in mediana non si può fare a meno, mentre Bennacer e Tonali, i registi designati, ormai si stanno abituando alla staffetta e a sgomitare per un posto al sole. Una storia bella e strana per questo eterno partente che alla fine non è mai partito, ed è stato ben felice di non farlo. Ci sono state sessioni di mercato in cui il Milan, seppur in modo non smaccato, ha aperto al miglior offerente: chi lo vuole ce lo dica, alle nostre cifre ovviamente. E a quelle cifre, sempre abbondantemente sopra i 20 milioni, alla fine non l’ha portato via nessuno. “Non ho mai pensato di lasciare il Milan, e nessuno della società me l’ha mai chiesto – ha detto qualche giorno fa in un’intervista a BBC Sport Africa –. Vestire questa maglia, che ormai considero come una seconda pelle, è un orgoglio per me e per tutta la mia famiglia”.

L’istinto? Tenuto a bada

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Un’intervista in cui ha ribadito come con Pioli all’inizio l’intesa sia stata un po’ complicata, evidentemente perché non parlavano la stessa lingua tattica. Ora Kessie è diventato in pratica un regista aggiunto, un giocatore che ovviamente ha nella fase di protezione e interdizione il suo compito principale, ma che allo stesso tempo ha imparato ad accompagnare l’azione, seguendo il flusso del pallone e dei movimenti dei compagni. In altre parole, governando i suoi movimenti senza più farsi governare dall’istinto. È finito il tempo degli inserimenti a volte un po’ scriteriati, è cominciato quello di un calcio più riflessivo e utile ai meccanismi di gruppo. E attenzione a una cifra, che abbiamo tenuto appositamente in chiusura come un cioccolatino da scartare: sembrerà strano, ma dalla stagione del suo arrivo (2017-18) nessun rossonero ha segnato più di lui in campionato: 18 gol, come Calhanoglu, in una classifica che vede al terzo posto Ibra (17), seguito da Bonaventura e Suso (14), Piatek e Cutrone (13), e Rebic (11). Guardiano, certo, ma anche incursore.

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