Milan, Ibra-Giroud per la fuga: ora Pioli vuole comandare e studia il doppio bomber

Il turno ha sorriso al Diavolo: primo posto e punti guadagnati su tutte le rivali. Con la nuova formula Zlatan può fare il rifinitore come in passato e Olivier segnare di più

Da dove partiamo? Dal ragazzo arrivato ad Amsterdam senza sapere bene dove si trovasse, atteso all’aeroporto da un amico di Maxwell che già che c’era portava a casa, in un appartamento sconosciuto, anche lui, Zlatan Ibrahimovic? Oppure da Olivier Giroud, campione del mondo in carica con la Francia e campione d’Europa con il Chelsea, che ancora sta cercando di mostrare ai tifosi del Milan la bella copia di se stesso? Certo, se arrivi e sei Zlatan è più facile: tutti puntano su di te, sei il capobranco, perdonato anche quando non sei al top. Viceversa, se ti chiami Giroud devi faticare, pratica nella quale fra l’altro il francese è campione del mondo, sotto tutti i punti di vista: ha eluso lo scetticismo in molti modi e i risultati dei primi tempi nel Milan non lo sconvolgeranno.

Proviamoci

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Il tecnico rossonero Stefano Pioli lo ha detto dall’inizio e a maggior ragione l’esperimento avrebbe un senso adesso, dopo una giornata in cui il suo Milan ha guadagnato punti su tutte e sei le sorelle da vertice. E avrebbe senso dopo una partita vinta a fatica nonostante la doppia superiorità numerica. Nove contro undici a Bologna, eppure vincere non è stato facile per il Milan. Partita complicata e piena di segnali discordanti. Unica cosa certa: Ibrahimovic ha reso di più con il passare dei minuti, soprattutto ha dato di più quando è entrato il centravanti Giroud. Lottare per la vicinanza alla zona gol e muoversi dove più desidera ha riportato Zlatan alla giovinezza. A quando doveva confrontarsi con Mido e non soltanto tutti i giorni, a costo di rischiare di prendersi un paio di forbici in faccia (episodio abbastanza noto nello spogliatoio Ajax) per definire la propria leadership e un ruolo che poi la Juve di Capello gli avrebbe regalato. “Ti toglierò l’Ajax dalla testa”, disse Capello a Zlatan, o almeno lui racconta nella sua autobiografia. Niente di più verosimile. All’Ajax a quel tempo si giocava per giocare. Alla Juve e con Capello, anche allora, si giocava unicamente per vincere.

Idea Olivier

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Giroud arriva da un altro mondo, la Francia prima, poi l’Arsenal e il Chelsea. L’idea è che, da attaccante esperto, adatto a giocare per la squadra, possa dare una marcia in più al Milan, che dagli attaccanti ancora ottiene pochi gol, mentre i centrocampisti si danno da fare in tutti i modi anche in zona gol. Ma Ibrahimovic ha avuto tanti guai fisici e neppure il francese è stato esente da problemi: Covid e altri accidenti lo hanno fermato finora. Al momento, le statistiche dicono due gol in campionato per Ibrahimovic e tre per Giroud, più tante occasioni mancate per motivi fisici. Giroud aveva cominciato benissimo, doppietta al Cagliari alla prima da titolare a San Siro, poi sono arrivati i problemi. Quanto a Ibrahimovic, con l’infortunio al ginocchio molte cose sono sfumate, compresa la fase finale dell’Europeo. Ma se la Francia finora ha pensionato Giroud, lo stesso non si può dire della Svezia che ha convocato Ibrahimovic anche quando era tecnicamente infortunato. L’idea di Giroud adesso è prendersi il Milan prima possibile: nella varietà di attaccanti rossoneri, nessuno è più nove di lui.

Numeri

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Nove, dieci, undici (il numero che ha Ibra sulla maglia): sono soltanto cifre. Quello che importa a tutti è ottenere dei titoli e i due attaccanti senatori possono dare molto insieme al Milan dopo il rodaggio di Bologna. Andare avanti con un 4-4-2 anomalo o proseguire senza scomporre la trama? Pioli sembra più propenso a seguire la seconda via, riservando a Zlatan il posto dietro la punta che al momento è vacante, visto che anche Brahim Diaz è stato attaccato dal Covid. Zlatan non ha mai amato le gabbie e neppure gli spartiti, forse per questo non si è trovato bene nel Barcellona di Guardiola. Il Milan gli offrì una occasione per rifiorire e lui ripagò con i gol e la personalità per lo scudetto. Scena che potrebbe ripetersi? Difficile. Intanto Giroud può portare certamente più esperienza del Pato di quei tempi. Non c’è Robinho, ma ci sono Rebic e Rafael Leao. Soprattutto, a fianco di Ibra, un po’ avanti o dove si vuole, potrebbe esserci sempre Giroud. Non una piccola differenza.

Esperienza

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E si cade sempre lì, sul capitolo esperienza, ma Giroud non è soltanto esperienza: è duttilità, praticità, qualità. “Ibra e Giroud insieme? A certe condizioni si può, bisogna trovare l’equilibrio”. Il Milan può provarci in certe situazioni, non come impianto fisso, e soprattutto il doppio centravanti, uno vero e uno no (oppure tutti e due non veri) può essere una buona soluzione per passare le notti difficili. Non lo sono state le ultime, prima con la vittoria sul Bologna, poi con il pareggio fra Roma e Napoli, finita 0-0. Ecco, già lì, dopo l’ora del té, si è giocato il destino rossonero. È già vigilia di partita con il Torino e il pragmatico Pioli non avrà avuto tanto da discutere: Ibra-Giroud è un’opzione da perfezionare, però esiste. E se si vuole sferrare l’attacco allo scudetto, i totem devono darsi da fare come e più di sempre. Ibrahimovic, Giroud, un passato diverso, un presente comune. Per l’assalto allo scudetto. chi ci avrebbe pensato.

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