Milan, come arrivi a Madrid? Ibra c’è, ma l’infermeria…

Le opzioni a disposizione di Pioli sono sempre ridotte per via dei troppi infortuni: contro la Fiorentina tutti insufficienti i panchinari. La Champions è l’occasione di ripartire

Episodi. Attenzione. Lucidità. Dolore. Carattere. Sono alcune delle parole che Stefano Pioli ha utilizzato nel dopo gara di Firenze, commentando la prima sconfitta in campionato del suo Milan. Alcune in positivo, altre in negativo, col consueto equilibrio. Inutile e insensato fare drammi se per una volta non sono arrivati punti da aggiungere alla classifica, ma il tecnico rossonero ha voluto parlare subito alla squadra. A caldo, come non è solito fare (anche perché spesso ci pensa Ibrahimovic, col suo benestare). Pioli, alla vigilia, aveva definito “più importanti che mai” i punti in palio al Franchi, individuando evidentemente in questo novembre uno degli snodi decisivi della stagione. E se è vero che uno dei suoi mantra è “vietato rimanere troppo sulle sconfitte”, era fondamentale ricaricare immediatamente la truppa dal punto di vista emotivo. Anche perché mercoledì c’è l’Atletico, nell’ultimo treno utile per dire qualcosa in Champions.

Dubbi e certezze

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Come arriverà a Madrid, questo Milan? Non col morale basso, non è nelle corde di questo gruppo che anzi, spesso ha tratto nuova energia dalle battute d’arresto. Qualche inquietudine, però, ci sarà e andrà scrollata di dosso. La compattezza di squadra, per esempio: quattro gol al passivo sono pesanti, la prima partita senza Tomori è coincisa con un terremoto difensivo a cui il Diavolo non era abituato. Poi c’è la questione brillantezza: qualcuno sta mostrando la corda dopo tante gare giocate tra club e nazionale (Saelemaekers più di Leao), qualcun altro è stato stoppato da Covid e infortuni nel momento di miglior forma e ora fatica a ritrovarsi appieno (i due amiconi Brahim Diaz e Theo Hernandez, più Giroud). Meglio aggrapparsi alle certezze, allora, come il totem Ibrahimovic, che ha ripreso a segnare appena tornato a disposizione. E come la capacità di reazione che il Milan mostra sempre, anche nelle seratacce, Firenze compresa.

Infortuni

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Un discorso a parte lo meritano gli infortuni. Che continuano a piovere incessanti, uno dietro l’altro, limitando le opzioni a disposizione di Pioli. Se di Rebic si può fare a meno chiedendo l’ennesimo sforzo a Leao, Tomori è invece una colonna su cui si regge l’intera squadra. E Calabria – per quanto Kalulu non abbia demeritato – è importante anche per il carisma che trasmette ai compagni. Il Milan al Franchi è andato all’intervallo in svantaggio di due gol, Pioli ha dovuto provare a girare il match pescando in un mazzo con poche carte utili. Leggendo le pagelle Gazzetta, tutti i subentrati hanno preso un voto insufficiente: Messias, Florenzi, Bennacer e pure Giroud. I rossoneri non sono l’unica pretendente allo scudetto che paga dazio agli infortuni, questo è evidente, ma rispetto alla concorrenza sono più colpiti. E non se lo possono permettere, se vogliono continuare ad alimentare i sogni di gloria in questa stagione.

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