Milan, c’è Commisso sulla strada per la Champions. E pensare che tre anni fa…

L’ultima settimana del giugno 2018 portò il magnate Usa a un passo dall’acquisire il club rossonero, che usciva dall’era cinese. Un anno più tardi è diventato proprietario della Fiorentina

Una settimana da Diavolo. Tra il 24 giugno e il 1° luglio 2018 Rocco Commisso è stato molto vicino a diventare il proprietario del Milan, rilevandolo dalla gestione travagliata di Li Yonghong. C’è voluta un’altra decina di giorni per capire che il club di via Aldo Rossi sarebbe passato in mani americane, sì, ma quelle di Paul Singer e del fondo Elliott: un inizio luglio in cui Commisso ha tentato tutti gli affondi possibili, tempestando di ultimatum Mister Li e dichiarandosi pronto a risollevare il Milan dalla difficile situazione economica in cui era precipitato, se solo gli fosse stata data la possibilità di subentrare e prendere il comando delle operazioni. Non se n’è fatto nulla. Ma ormai il patron di Mediacom aveva fatto la bocca alla Serie A: nell’estate successiva ha comprato la Fiorentina e ora eccolo qui, a sfidare il Diavolo per la quarta volta da quando è in Italia. Finora il bilancio tra il Milan di Elliott e la Viola di Commisso è in perfetta parità: una vittoria per parte, un pareggio, 4 gol a 4 in totale.

Estate calda

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Che estate, quell’estate. I tifosi rossoneri non parlavano nemmeno più di calcio: su Milanello volavano parole come “escussione del pegno”, “Adjudicatory Chamber”, “settlement agreement”. Ci si aggrappava al Tas per appellarsi contro l’esclusione dalle coppe europee arrivata proprio in quella torrida settimana finale di giugno, Elliott aspettava il bonifico cinese da 32 milioni poi mai arrivato, ma entrato – in un modo o nell’altro – nella storia del Milan. In panchina c’era Gattuso, che riuscì nell’impresa di tenere unito un ambiente scosso dall’imminente passaggio di proprietà: spesso ci si dimentica di quanto importante sia stato Rino in quei mesi, e gli si fa un torto. Commisso – che lo stimava – è stato alla finestra finché ha potuto, poi s’è reso conto che l’operazione non sarebbe andata in porto.

A Firenze

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“Mister X” – come veniva chiamato quando il nome dell’acquirente interessato al Milan non era ancora stato rivelato – s’è rifatto vivo l’estate successiva. Non col Milan, dove Elliott aveva già iniziato l’opera di messa in sicurezza del club, ma con la Fiorentina. Chiusa l’era Della Valle è arrivato lui, intenzionato “a cambiare il soccer” facendo leva sulle proprie capacità manageriali e imprenditoriali. Nonostante le origini italiane, però, Rocco è rimasto sorpreso da quanto possa essere difficile avviare un vero progetto di rilancio, nel nostro Paese. Come Elliott, sta incontrando ogni sorta di ostacolo nella realizzazione di un nuovo stadio, il primo passo che qualunque uomo d’affari statunitense vuole compiere, per dotare il club di un asset che lo valorizzi. I risultati in campo della sua Viola, poi, non sono stati elettrizzanti, nonostante gli investimenti: se non altro, Prandelli sta cercando di portare la squadra in acqua sicure, dopo aver guardato molto da vicino la zona retrocessione. Domani al Franchi arriva il Milan, ossessionato dalla qualificazione Champions esattamente come in quella tremenda estate 2018. Chissà quali pensieri avrà in testa, mister Commisso.

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