Milan, beato “catenaccio” Ora non subisce più un gol

Gigio Donnarumma, 17 anni, esulta dopo il rigore sbagliato da Ilicic. Getty

Gigio Donnarumma, 17 anni, esulta dopo il rigore sbagliato da Ilicic. Getty

Il Milan giovane e italiano che fa tanto fiero Silvio Berlusconi è un progetto in essere, quello padrone del campo e del “giuoco” – per dirla alla sua maniera – potrà esserlo, evidentemente, solo quando ci saranno i giocatori adatti. Scegliere Montella, cioè, non può bastare per un’inversione di tendenza: dopo la stagione neppure conclusa da Mihajlovic, un tecnico che badava al sodo, Galliani ha scelto l’ex tecnico della Sampdoria perché nella sua finora breve carriera aveva dimostrato di privilegiare un calcio di qualità. Il risultato è che, rivelatasi subito impossibile la trasformazione della squadra, si è trasformato l’allenatore: possesso palla agli avversari, baricentro molto basso. O, per usare termini meno moderni ma più diffusi, catenaccio e contropiede. Il Milan di oggi è fondamentalmente questo.
record — Tre partite consecutive senza subire gol: Donnarumma ha cominciato a chiudere il lucchetto dieci giorni fa a Genova e ha buttato via la chiave. Così contro Sampdoria, Lazio e Fiorentina il Milan ha tenuto inviolata la propria porta: una striscia positiva così lunga mancava da maggio 2013, anno dell’ultima qualificazione alla Champions con Allegri in panchina, cioè l’ultimo anno prima del declino. Merito del portierone di 17 anni, che ha ipnotizzato anche Ilicic costringendolo al suo primo rigore sbagliato in Serie A, merito o semplicemente conseguenza di una strategia tattica ben definita e più funzionale ai valori e alle caratteristiche della rosa: il Diavolo aspetta, chiude gli spazi, intasa il centrocampo e riparte in velocità. Non sarà bello da vedere, ma i 10 punti in classifica che valgono il quarto posto temporaneo dicono che è sufficientemente efficace.

cambi — Montella ha subito 7 gol nelle prime 3 partite e senza il rigore parato da Donnarumma a Belotti all’ultimo secondo di Milan-Torino sarebbero stati 8. Con i granata e a Napoli, i rossoneri, pur concedendo ampiamente il vantaggio territoriale agli avversari come ha fatto anche a Firenze, avevano dato l’impressione di poter divertire a tratti, tanto che anche Bacca era si era detto felice di ricevere finalmente più palloni. Poi qualcosa è cambiato: squadra sempre più corta, ma sempre più proiettata all’indietro. Soprattutto nel finale, col vantaggio da gestire o un pari da tenere stretto: il primo cambio di Montella nelle ultime tre gare è sempre stato Manuel Locatelli, subentrato rispettivamente a Sosa, Suso e Niang, cioè a uomini teoricamente più offensivi, con il conseguente spostamento di Montolivo nel ruolo di mezzala e, Genova a parte, l’avanzamento di Bonaventura. Per due volte, poi, Jack è uscito esausto e a Firenze ha fatto posto addirittura ad Antonelli, un terzino schierato a centrocampo. Contro Samp e Lazio, invece, ha avuto spazio nel finale Gustavo Gomez, un difensore centrale che ha sostituito una volta Suso e l’altra Bacca, un po’ per perdere tempo, un po’ per proteggersi ancora di più. Affinché il Milan fosse padrone non tanto del campo, ma semplicemente della propria area.

 Gasport 

Precedente Serie A: Juventus e Napoli, prima fuga Successivo Finalmente Leonardi: per 5 anni fuori dal calcio. Gattuso, lo special one che mangia pane e pallone. Milan, la Cina è vicina: quanto fango. B come Benevento, B come Stellone