Milan agli ottavi, ma che fatica! Con la Stella Rossa è pari anche a San Siro

Dopo il 2-2 dell’andata ecco l’1-1 in casa: rossoneri qualificati grazie ai gol in trasferta. Prova opaca, nonostante i serbi siano nuovamente rimasti in dieci. Super Donnarumma

L’unica buona notizia è la qualificazione agli ottavi. Che ovviamente non è cosa di poco conto, ma resta la sola nota positiva di una serata in cui per il Milan contro la Stella Rossa c’è davvero poco da salvare. Dopo il 2-2 dell’andata i rossoneri chiudono sull’1-1 la sfida di San Siro e proseguono il cammino in Europa League soltanto grazie alle reti in trasferta. Va subito chiarito con forza: con prestazioni simili il cammino europeo è destinato a interrompersi molto presto, anche perché alle 13 dall’urna di Nyon non saranno più possibili calcoli o ipotesi buoniste: può uscire qualsiasi avversario. Ma l’allarme è consistente anche in chiave campionato. Ora le partite consecutive del Diavolo senza vittorie salgono a quattro, fra Europa League e Serie A. Ma soprattutto non si riesce a intravedere quella scintilla su cui poggiarsi per provare a ripartire sul serio. Anche stavolta, come all’andata, i biancorossi hanno giocato buona parte della ripresa in dieci uomini, ma è stato come se non fosse successo. E il Milan ringrazia un super Donnarumma, che festeggia il 22° compleanno salvando il pareggio con un intervento strepitoso.

Le scelte

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Pioli anche stavolta ha dato vita a un turnover abbastanza corposo, con sei cambi rispetto al derby. Due in difesa (Tomori per Kjaer, Dalot per Hernandez), uno in mediana (Meité per Tonali) e tre in attacco (Castillejo per Saelemaekers, Krunic per Rebic e Leao per Ibra). Centrocampo quindi decisamente muscolare, con Meité accanto a Kessie per un obiettivo evidente: proteggere il più possibile la difesa e disinnescare l’inventiva di Ivanic. Sulla trequarti Calhanoglu ha agito sulla sinistra, lasciando il centro a Krunic. Stankovic, che rispetto all’andata si è ritrovato senza gli squalificati Milunovic e Rodic, ha affidato l’attacco allo stesso trio andato in scena al Marakana: Ivanic – a Belgrado spina nel fianco rossonero – a inventare dietro Ben e Falcinelli. Rispetto a Belgrado, linea difensiva a quattro.

Torpore

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La convalescenza del Milan è certificata da un primo tempo bruttino, dove tutto pareva già in discesa – forse troppo – dopo nove minuti con il rigore di Kessie (braccio di Gobeljic su tiro di Krunic destinato al secondo anello). Una discesa che probabilmente ha illuso il Diavolo e generato un errore psicologico imperdonabile dal momento che si era ancora all’alba del match. Sì perché dopo il vantaggio i rossoneri si sono ritirati dietro la linea del Piave, lasciando l’iniziativa alla Stella Rossa. Un Milan incapace di uscire dal torpore di un giro palla pieno di errori tecnici e piuttosto prevedibile. E dire che di messaggi chiari i serbi ne avevano spediti più d’uno. Per esempio al quarto d’ora con Ben, che ha sprecato da buona posizione. Mentre pochi giri di lancetta più tardi gli è stato annullato un gol per un tocco di braccio di Pankov (sciagurato all’andata, nocivo anche al ritorno). Ma la recita di Ben non si è esaurita qui. Da registrare un incrocio dei pali direttamente su punizione e al 24’ il gol con un sinistro a filo d’erba velenoso – su imbeccata del solito Ivanic – nell’angolo più lontano. Anche in questa occasione non impeccabile la marcatura di Romagnoli. La prima frazione è sfilata via così, senza che il Milan riuscisse a cambiare marcia, fra lanci fuori misura di Calhanoglu, l’impalpabilità di Castillejo e le difficoltà palesi di Dalot in fase di copertura e anche offensiva: il terzino portoghese ha sulla coscienza un gol dilapidato davanti a Borjan.

Scompiglio

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Nel secondo tempo Pioli ha lanciato un paio di segnali chiari: dentro fin da subito Ibra e Rebic, fuori Leao e Krunic. Quindi con Calhanoglu spostato al centro. E dentro a metà frazione Saelemaekers e Hernandez per Castillejo e Calabria. Ma non sono arrivati i risultati sperati. Da registrare semplicemente un aumento della pressione rossonera nei primi dieci minuti, con Ibra a dividersi fra area e trequarti e a provare a prendere per mano i compagni. In questo caso sul banco degli imputati è salito Rebic, che ha lisciato una palla d’oro a pochi centimetri dalla porta. Il problema è che la Stella Rossa ha fatto paura ogni volta che si affacciava nei pressi dell’area. Ivanic ha seminato lo scompiglio un paio di volte e al 23’ Donnarumma ha indossato per l’ennesima partita il costume da supereroe dicendo di no a Sanogo prima dell’obbrobriosa conclusione in curva di Gobeljic a pochi passi da Gigio. Gobeljic che due minuti dopo ha ricevuto il secondo giallo e ha lasciato la squadra in dieci. Ma, come all’andata, l’inferiorità numerica non si è vista. Anzi, ci sono incredibilmente state ripartenze serbe in cui il Milan si è ritrovato a difendere con un uomo in meno. Con gli ultimi dieci minuti vissuti in apnea di fronte alla pressione avversaria, fino all’ultimo minuto, fino all’ultimo secondo. Non è stato un bel vedere.

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