Milan, Adli e la “maledizione” del numero 7 da sfatare

Con Divock Origi ancora fermo per i postumi dell’infortunio subito con il Liverpool nel finale della scorsa stagione, e in attesa dei primi colpi dell’estate, sono solo due i volti nuovi del Milan ammirati da Stefano Pioli in campo e dai tifosi nelle prime amichevoli, Yacine Adli e Tommaso Pobega.

Milan, Adli e la “missione del numero 7”

Il francese ex Bordeaux ha subito convinto contro i dilettanti del Lemine Almenno, giostrando da mezza punta alle spalle di Rebic nel canonico 4-2-3-1 del tecnico emiliano. Il test non era ovviamente indicativo, ma che duttilità e qualità tecniche non facciano difetto ad Adli era già noto. Piuttosto, ad attendere il franco-algerino è ora una sfida assai più impegnativa: sfatare la “maledizione” del numero 7, che Adli ha ereditato da Samu Castillejo, approdato al Valencia di Gattuso, e che da ormai tanti anni si respira in casa Milan.

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Donadoni, Shevchenko e Pato: i 7 che hanno fatto la storia del Milan

Se infatti gli exploit di Olivier Giroud nella scorsa stagione hanno permesso di abbattere in via definitiva quella sul numero 9, che nel dopo Pippo Inzaghi non era mai riuscito ad avere un interprete all’altezza, ora i tifosi aspettano che lo stesso accada per il 7, un altro dei numeri più iconici della storia del Milan, ma che nessuno ha saputo esaltare dai tempi di Andriy Shevchenko prima e Alexandre Pato poi, senza ovviamente dimenticare Roberto Donadoni, il 7 per eccellenza della storia rossonera prima che venisse introdotta la numerazione fissa.

Milan, da Oliveira a Robinho: quando il numero diventa un peso

Castillejo è stato infatti solo l’ultima delle “vittime” di questa specie di sortilegio che negli anni recenti ha avuto proprio in Pato e in Robinho i massimi interpreti. Il brasiliano si rivelò ai tifosi del Milan e al mondo nel 2007 proprio con la 7 abbandonata appena un anno prima da Shevchenko, segnando a raffica per tre anni, prima di crollare dopo il passaggio alla 9. Al contrario Robinho fu tra i protagonisti assoluti dello scudetto 2011, ma con il 70 sulla schiena, per poi vivere un vistoso crollo di rendimento dopo essersi… tolto un numero dalla schiena. Adli, semmai, può ispirarsi al connazionale Jérémy Menez, protagonista nella prima stagione in rossonero nel 2014-’15 proprio con il 7, ma smarritosi l’anno successivo. Il buco nero ebbe comunque inizio con Ricardo Oliveira, uno degli acquisti più fallimentari della storia recente del Milan, che nel 2006 finì travolto dal peso dell’eredità di Shevchenko e del suo storico numero, ma dopo il brasiliano non hanno lasciato tracce neppure il connazionale Luiz Adriano e Gerard Deulofeu.

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