Milan, 2-2 in rimonta a Lecce e il Napoli va a +9

Padroni di casa in vantaggio con l’autorete di Theo Hernandez e il gol di Baschirotto. Nella ripresa reazione rossonera con le reti di Leao e Calabria

dal nostro inviato Marco Fallisi

14 gennaio – Lecce

Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia: da 2-0 a 2-2 con la Roma, da 0-2 a 2-2 con il Lecce, ma per il Milan il bicchiere resta comunque mezzo vuoto. Il vuoto, a proposito, lo fa il Napoli, ora a +9 sui rossoneri, attesi mercoledì dal derby di Supercoppa che a questo punto della stagione ha tutta l’aria di uno spartiacque sull’annata dei campioni d’Italia: la vittoria del trofeo chiuderebbe il momentaccio e rilancerebbe la banda Pioli dal punto di vista mentale; una sconfitta, diversamente, manderebbe tutti al banco degli imputati, con uno scudetto quasi già in tasca a Spalletti e gli ottavi di Champions con il Tottenham da giocare col morale sotto le scarpe. Per oltre un’ora, il Lecce ha accarezzato l’idea dello scalpo milanista, ma esce comunque tra gli applausi dei suoi tifosi: siamo a sei risultati utili di fila, e la lezione di calcio inflitta a Leao e compagni nel primo tempo rimarrà nella memoria a lungo.

Milan horror

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Nel primo tempo c’è solo una squadra in campo: il Lecce affamato e aggressivo che Baroni ha disegnato alla perfezione, una squadra pressoché perfetta alla quale i due gol rifilati ai campioni d’Italia vanno persino stretti. Con un pizzico di fortuna in più, i tifosi giallorossi avrebbero potuto esultare per un risultato ancora più rotondo. Dall’altra parte c’è un Milan che Pioli prima del match aveva promesso “determinato”, e che invece al Via del Mare manda in scena un inquietante festival dell’approssimazione: distanze sempre sbagliate tra i reparti, errori di distrazione, scontri tragicomici nel cuore dell’area da “vado io o vai tu?”. Il risultato è almeno una mezzora di dominio leccese, certificato dai due gol che mettono in ginocchio il Milan: al 3’ Kalulu perde un pallone in uscita e lo consegna a Di Francesco, che crossa in mezzo trovando la deviazione di Theo Hernandez. Uno a zero e diavoli in bambola. Ancora Di Francesco e poi Strefezza, le due ali che fanno ammattire la difesa rossonera con tagli e cambi di gioco sui fianchi, sfiorano il gol ma non inquadrano di poco. Al 23’ è 2-0: sugli sviluppi di un solito piazzato, Hjumland pesca al centro la testa di Baschirotto, che infila a due passi da Kalulu. Il francese è in confusione totale: entra su entrambi i gol dei salentini. Che mettono ancora i brividi a Tatarusanu poco dopo, con un’occasione colossale che Gendrey getta al vento: il suo colpo di testa su cross di Di Franceso finisce clamorosamente a lato. Per i primi veri segnali di Milan occorre aspettare il 43’, quando una bella girata di testa di Giroud chiama Falcone alla deviazione in angolo. Il tiro di Pobega al 10’, murato da Falcone, è stato un lampo nel buio. Siamo ai minimi storici: in questa stagione un Milan così brutto e impotente non si era visto nemmeno nelle batoste di Champions con il Chelsea.

Scossa

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La ripresa si apre con due cambi milanisti: fuori Theo, tra i peggiori, e Saelemaekers, dentro Dest e Messias. Niente cambi di sistema, quanto piuttosto una sterzata di Pioli: anche un intoccabile come Hernandez, se in serata flop come qui a Lecce, può finire fuori. Il Lecce nei primi 45’ ha speso tantissimo e adesso si vede: il Milan guadagna terreno e fiducia, e soprattutto ritrova l’organizzazione in mezzo e qualche buona idea per andare in verticale. E così al 58’ i diavoli sfondano: Pobega trova Giroud, al francese si oppone ancora Falcone ma la palla, toccata da Baschirotto, finisce a Leao che indovina l’angolo più lontano. È la scossa giusta, alla quale Pioli ne aggiunge un’altra richiamando in panchina Diaz per Origi: si tenta l’assalto col doppio centravanti. Quello con più esperienza, Giroud, fa la cosa giusta al 70’: torre magnifica per Calabria, che infila di testa il 2-2. In una partita così, come è quasi logico aspettarsi, i venti minuti finali scorrono più di pancia che di testa, da entrambe le parti. Il Milan centra un palo con Messias che però è in fuorigioco, il Lecce sfiora il colpaccio con una serpentina ubriacante di Gallo e un pallone in mezzo velenosissimo, che Tomori devia in angolo. Finisce così, e a sorridere è solo il Lecce.

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