Mihajlovic: «Torino, voglio di più: siamo solo al 50%. A San Siro per vincere»

Mihajlovic: «Torino, voglio di più: siamo solo al 50%. A San Siro per vincere»
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Il tecnico granata: «Vorrei che Moratti tornasse presidente dell’Inter»twitta

TORINO – Inter-Torino: Mihajlovic scuote il Toro di ritorno a San Siro, “stavolta per non lasciare tre punti, come accaduto col Milan. Io voglio cercare di vincere, anche se la gara sarà difficile e loro giocheranno come se fosse una finale, dentro o fuori. Il Toro di oggi è al 50% delle sue potenzialità, quanto ai miglioramenti futuri. Ventura ha fatto un ottimo lavoro in questi anni, ma quando uno prende una squadra nuova, vuole dare un’altra mentalità e tipologia di gioco e si deve ripartire dai fondamenti. E’ quello che si è fatto in questi mesi seguendo i miei principi. Le fondamenta delle mie squadre sono un approccio sempre positivo delle partite, intensità negli allenamenti, mentalità vincente contro tutti anche rischiando, pressing, recupero immediato, carattere, voglia, rabbia e principi di gioco. Il lavoro non è certo finito, anche se gli ultimi risultati mi sfanno pensare bene. Ripeto, siamo al 50% del lavoro che dobbiamo fare. Dobbiamo lavorare sul resto dell’edificio che è il Torino. Come la gestione delle partite o di certe situazioni durante le partite, quando bisogna verticalizzate o rallentare, quando tener palla o accelerare. Tutto ciò permette di crescere e diventare una squadra compatta. Gli errori fanno crescere. Se dico queste cose è perché non voglio che si pensi che il Toro è solo questo. No, il Toro deve crescere ancora. Bisogna non accontentarci e restare umili. E quello di domani sarà un nuovo giorno di scuola, un solito giorno di scuola. Dovremo rispondere senza paura, solo così potremo ottenere un voto alto”.

AIUTI DAL MERCATO – Andremo a Milano per cercare di vincere, mostrando coraggio. Dovremo approfittare del loro momento di difficoltà. Può succedere anche che si perda di fronte a una squadra di valore come l’Inter. Ma questo non deve frenare nostro atteggiamento vincente o il processo di crescita. Dobbiamo cercare sempre i miglioramenti. Un 30% di crescita dipende dal lavoro in sé. Un altro 20% dipende da tutti noi, dalla capacità di tirar fuori qualcosa che magari non sappiamo neanche di avere. Se non riusciremo a farcela, strada facendo, bisognerà prendere qualcuno che ci permetta di fare un salto di qualità. Fu così anche all’Inter, acquistando anno dopo anno giocatori vincenti. Ci vuole tempo, ma sono convinto che ce la potremo fare”.

MORATTI PRESIDENTE – Nessuno si aspettava di vedere l’Inter così indietro. De Boer a rischio? Dei problemi loro non vorrei parlare. Comunque può essere criticato, ma merita rispetto, mi pare una persona perbene e corretta. Spero che possa cominciare a vincere dopo di noi. Giocherà contro la Samp? Allora no! Diciamo un punto in due partite per lui? Allora mi sa che non rimane! Il nostro lavoro è così, quando le cose non vanno bene, è più facile cambiare l’allenatore che i giocatori. Da allenatore ad allenatore, mi spiace sempre quando vedo un esonero, a parte quelli che mi stanno sulle scatole, che sono contento se saltano! Per me l’Inter è una parte splendida del mio passato, come la Lazio. Ma io penso al futuro, non al passato. Ho vissuto 4 anni bellissimi a Milano; sono sempre stato trattato bene da Moratti che è un signore. Mi spiace non vederlo più con un ruolo importante. Farebbe bene al calcio italiano se tornasse a fare il presidente, visto che se ne parla. Gli voglio molto bene”.

ICARDI E BELOTTI“Icardi finora ha dimostrato più di Belotti, Belotti deve ancora dimostrare. Sono due grandi giocatori con caratteri diversi. Io l’Icardi giocatore lo stimo molto, è uno dei più forti. Come uomo non lo conosco. Per ogni persona bisogna trovare la medicina giusta per tirare fuori il meglio di lui. Se hai un giocatore ribelle che però dimostra carattere ed è forte, è una sfida bella per un allenatore. Belotti è più tranquillo, più quadrato da questo punto di vista. Speriamo che domani vinca Belotti! Io preferisco allenare un grande giocatore, quadrato o meno non mi interessa. L’importante è che sia forte. Come Icardi o come Belotti, per l’appunto”.

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