Micki ispira, Darmian evita la sconfitta: una buona Inter pareggia col Betis

Finisce 1-1, con le reti nel finale di Juanmi e dell’ex Parma. Convince l’armeno, schierato dietro a Dzeko

dal nostro inviato Filippo Conticello

17 dicembre – SIVIGLIA

In una amichevole andalusa senza sussulti, e con uno strano nervosismo accentuato più dall’arbitro che dai giocatori, l’Inter riesce a non perdere contro un insidioso Betis: l’1-1 a Siviglia non è banale, anzi è segno di carattere e resistenza, vista la doccia fredda rovesciata sui nerazzurri sul finire di gara. Al gol di Juanmi ha replicato immediatamente Darmian, in un rimpallo tra il 38’ e il 40’ del secondo tempo: una accelerazione improvvisa dopo lunghi minuti di noia, dei quali Simone Inzaghi può comunque essere contento. La sua squadra è viva, cresce di condizione e non ha smarrito certi vecchi principi: avvolge sulle fasce il rivale e sa inserirsi con un centrocampo che sta cambiando pelle. Certo, meglio non prendere ancora gol su regali gentilmente concessi ai rivali.

PRIMO TEMPO

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C’è una temperatura maltese a Siviglia, del resto anche in Andalusia il Natale sa tanto di primavera, e l’Inter in partenza è la stessa vista durante la tournée a Malta nell’amichevole contro il Salisburgo: il trio di difensori titolari Skriniar-Acerbi-Bastoni, Calha ancora regista tra Gagliardini e Barella ma, soprattutto, spicca il Mkhitaryan in versione mezzapunta alle spalle di Dzeko, non un esperimento ma sempre più una certezza. Le giocate migliori, però, Inzaghi le ammira dai suoi esterni: Bellanova a destra ha la missione di non far rimpiangere Dumfries che tra poco tornerà nelle sue terre e anche Gosens dall’altro lato prova a tenersi stretto il posto allontanando l’ombra di Dimarco. Entrambi sfondano spesso e in una occasione il tedesco offre a Dzeko un cross trasformato in gol, ma annullato per evidente fuorigioco. L’altra occasione interista in un primo tempo soporifero arriva invece da un destro tagliente di Calha che continua a interpretare il ruolo con grande naturalezza: certe aperture a tutto campo a volte non vengono capite dai compagni. Ma i rivali sono comunque ben più duri di quelli affrontati finora: il Betis, anche se rimaneggiato, resta una delle formazioni più interessanti della Liga, come sa la Roma sconfitta all’Olimpico in Europa League in un gruppo poi vinto dai sivigliani. L’ingegner Pellegrini in panchina dà le chiavi in campo a Fekir, il francese che quattro anni fa vinceva il Mondiale, e davanti è sempre imprevedibile con le incursioni del folletto Rodri e il movimento a pendolo di Borja Iglesias: Handanovic, ancora titolare e con la fascia, deve scaldare i guanti più di quanto fatto nelle precedenti due uscite e in una occasione rischia un passaggio troppo molle tamponato da Gaglia.

SECONDO TEMPO

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L’avvio di ripresa spiega in maniera plastica l’importanza di avere un armeno come incursore e perché questa idea si rivedrà in futuro, magari già contro il Napoli. Quando Dzeko porta via l’ex laziale Luiz Felipe e libera lo spazio per inserirsi, Micki riesce a incunearsi verso la porta creando sempre un po’ di scompiglio. In una occasione la difesa andalusa riesce a salvare alla garibaldina, poi poco dopo sempre il numero 22 in versione trequartista si esibisce in un’altra specialità della casa, il tiro di prima intenzione: il sinistro è pericolosissimo e obbliga Claudio Bravo a una gran parata, la più difficile della partita. Al quarto d’ora Inzaghi cambia gli esterni, mettendo dentro a destra Darmian e a sinistra Dimarco, ma soprattutto affida le chiavi della squadra ad Asllani che prende il posto di Gagliardini. Anche Pellegrini rimescola le carte, spedendo in campo l’idolo di casa, il 41enne Joaquin che strappa applausi e qualche punizione dal limite. Handa è attento su un calcio dal limite tirato dal mancino neoentrato Miranda, ma nel complesso la diga di Simone regge senza troppi pericoli, anche quando il Betis produce il massimo sforzo offensivo. Sembrerebbe tutto scritto, quasi noioso, poi la partita esplode di improvviso e in un paio di minuti, tra il 38’ e il 40’, ci sono le emozioni che latitavano prima: un brutto pallone perso dai nerazzurri sulla trequarti, consente a Joaquin di calibrare un cross per Juanmi, che svetta a difesa schierata su Darmian e insacca alle spalle di Brazao, appena entrato. Che l’Inter abbia carattere è cosa nota e anche che sfrutti bene le corsie anche: così, praticamente nell’azione successiva, arriva il pareggio con incursione mancina di Dimarco e calcio al volo di Darmian, velocissimo a farsi perdonare dello sbaglio precedente.

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