Messi fuori dalla Champions dopo Ronaldo: Mbappé erede al trono

Le idi marzo, la caduta degli Dei del pallone. Non c’è altro modo per descrivere ciò che è avvenuto in questa due giorni di calcio europeo. Questi ottavi di Champions suonano come un verdetto ineluttabile: l’abdicazione al trono del mondo pallonaro di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. La caduta dei giganti da 1500 gol in due che hanno dominato il pallone e lo sport in generale per un decennio abbondante inanellando record e trionfi a ripetizione. Al loro posto ecco l’incoronazione degli eredi prescelti (non da oggi). Mbappé e Haaland hanno spodestato il regno a suon di reti e magie. Sono loro i capofila della nuova generazione di fenomeni che (da stasera) soppiantano le iconiche leggende. 42 anni in due i primi, 69 (e undici palloni d’oro) i secondi. E’ la Next Gen del calcio che ha passato la prova del campo.

Haaland e Mbappé, numeri che fanno impressione

I numeri non mentono mai: Haaland è già capocannoniere con 10 gol in questa edizione di Champions, ha segnato in tutte e 6 le partite europee che ha disputato quest’anno e ha realizzato quattro doppiette consecutive in Champions (nessuno ci era riuscito prima nella storia). Nella sua carriera ha giocato 14 partite di Champions e ha messo il suo nome nel tabellino dei marcatori in 12. E’ già a venti gol complessivi nella massima competizione europea per club. Per toccare questa cifra in Champions CR7 ha avuto bisogno di 56 gare, Messi di 40. E non è finita qui, perché adesso parliamo dell’altro fenomeno. Mbappé con la rete su rigore al Barça ha rubato proprio a Messi il record precocità nel raggiungere 25 gol in Champions, competizione nella quale in questa stagione ha già raggiunto le sei reti (con tre assist). Sono cifre assurde, incredibili, che testimoniano l’evidente passaggio di consegne generazionale.

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Mbappé travolge Messi, il Psg elimina il Barcellona in Champions

Stasera allo Stadio dei Principi Kylian ha sancito sorpasso nella storia. Il confronto diretto con Re Leo è stato impietoso. Quattro reti nel doppio confronto per il 22enne, solo una per Leo che a Parigi ha anche fallito un rigore. La sfida a distanza di ieri tra il fantasma Ronaldo visto a Torino contro il Porto e la furia Haaland contro il Siviglia è stata quasi umiliante. Mentre il portoghese camminava per il campo, il norvegese segnava rabbioso correndo come un pazzo.

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Torniamo a Parigi, però. Leo ci ha provato a riscattare l’umiliante 1-4 subito dal suo Barça all’andata. E’ partito tonico, voglioso, ha inventato calcio per tutta la partita. Ha anche sfiorato il gol ma – purtroppo per lui – dall’altra parte Mbappé non è stato da meno. Primo scatto, palla fuori di poco. Secondo scatto, giallo per Mingueza. Poi il rigore realizzato per il vantaggio del Psg che archivia una pratica già in cassaforte dopo l’andata. Messi però non si arrende, ha un sussulto d’orgoglio e con un bolide dai 30 metri incenerisce Navas ridando un minimo di morale al suo Barça. La svolta però arriva sul finire del primo tempo. Rigore per i blaugrana. Sul dischetto va sempre lui, Leo. E’ l’occasione per ridare spazio all’inimmaginabile. La remuntada impossibile già accaduta in passato contro il Psg. Era il 2017. Un altro Barça e, soprattutto, un altro Leo. Infatti dagli undici metri Messi calcia forte ma centrale, Navas devia sulla traversa e blinda il passaggio del turno. L’errore dell’argentino è l’emblema della resa. Il secondo tempo è accademia e poco altro. Finisce 1-1. Il Psg del fenomeno Mbappé e il Dortmund dell’uragano Haaland volano ai quarti. Per Ronaldo e Messi è un addio prematuro alla Champions, forse il più triste di tutti. Le idi di marzo, appunto.

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