McKennie-Rabiot dal successo al flop: ora sarà “rivoluzione sudamericana”?

Pirlo deve scegliere il duo titolare in mezzo. Crescono le quotazioni di Arthur e Bentancur dopo la prova opaca a Roma dello statunitense e del francese

Pirlo studia, analizza i dati, osserva allenamento dopo allenamento cercando la quadra. Tra i tanti nodi di formazione da sciogliere, s’impone con particolare urgenza quello dell’assetto in mezzo al campo. L’opaca prestazione dell’Olimpico, dove i bianconeri hanno strappato un punto più che altro per merito di Ronaldo, ha messo a nudo in particolare tutte le lacune del centrocampo, tanto in fase di costruzione quanto in quella di contenimento e copertura. Lì, dove Pirlo ha insistito sulla coppia Rabiot-McKennie dopo i buoni segnali della prima giornata contro la Sampdoria, la Juve ha mostrato i problemi e i limiti più evidenti. Ed è lì che Pirlo medita i cambiamenti più grandi.

COPPIE A CONFRONTO

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Al di là delle indicazioni tratte nei pochi allenamenti svolti finora e nelle prime due uscite ufficiali, lo stesso Pirlo ha chiarito che le scelte al momento sono dettate da più fattori, in primis condizione atletica e rodaggio generale. Ecco il motivo principale per cui, sia contro la Sampdoria che contro la Roma, il tecnico bianconero ha affidato le chiavi del centrocampo alla coppia McKennie-Rabiot. Il primo esperimento è stato un successo, tanto da generare giudizi entusiasti soprattutto nei confronti dello statunitense per presenza e dinamismo. Il secondo, invece, è stato un flop su tutti fronti. L’ex Schalke e Rabiot sono stati travolti dalla manovra giallorossa, rivelandosi – statistiche e cronaca alla mano – addirittura deleteri. La musica all’Olimpico è nettamente migliorata solo nell’ultima mezzora con l’ingresso di Bentancur e Arthur, quelli che nella testa e nei piani di Pirlo dovrebbero comporre il centrocampo titolare. Al netto dell’inferiorità numerica causata dall’espulsione di Rabiot, la palla ha iniziato a girare di più e meglio. Con il brasiliano e l’uruguaiano, le percentuali di passaggi riusciti sono salite sensibilmente, mentre è calata quella delle palle perse. Quasi perfetto Bentancur, che ha chiuso dopo 34’ con una percentuale di passaggi riusciti del 97% su un totale di 19 palloni scambiati. Niente male nemmeno Arthur con il 93% di passaggi andati a buon fine su 29 totali, tra cui anche un pallone recuperato, un passaggio chiave e un lancio lungo. Di gran lunga inferiori i numeri di McKennie (92% di passaggi riusciti su 38 tentati) e soprattutto di Rabiot, addirittura controproducente in fase di costruzione con appena 2 lanci lunghi e l’81% di passaggi azzeccati. Stando ai numeri (e alla squalifica di Rabiot), è dunque lecito supporre che contro il Napoli Pirlo possa decidere di puntare dal primo minuto sulla formula “Ar-Be”, che già adesso sembra dare maggiori garanzie.

QUATTRO INTERPRETI

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Non che Pirlo non avesse già le idee chiare. Quando ha spiegato la decisione di dosare accuratamente l’inserimento di Arthur, arrugginito da mesi d’inattività, ha fugato ogni dubbio su quali siano le sue gerarchie in un centrocampo che, per caratteristiche dei singoli, lui stesso vede rigorosamente a due in mezzo. Il brasiliano, per “pedigree” e tecnica, avrà le chiavi della mediana, anche perché è proprio con il “doble pivote” che è esploso ai tempi del Gremio guadagnandosi il milionario trasferimento al Barça e la maglia da titolare nella Seleçao. Bentancur, abile in fase di appoggio ma in grado di farsi sentire anche in copertura, può diventare il socio perfetto del brasiliano. McKennie spicca invece per dinamismo e sostanza, ma non è certo uno specialista nel creare gioco. In un centrocampo a due rappresenta l’alternativa a quel Bentancur che, rispetto ad Arthur (o a Rabiot), sarà chiamato a farsi il mazzo maggiore a forza di recuperare e pulire palloni. Rabiot, sotto molti aspetti, rappresenta ancora un grande punto interrogativo tra prestazioni convincenti e improvvisi blackout. Che movimento e intensità non fossero i suoi punti di forza lo si sapeva, ma spesso è riuscito a compensare con il senso della posizione e la visione di gioco. Quando vengono meno, insieme alla concentrazione, tende a scomparire dal campo. La sfida con la Roma ha suggerito a Pirlo la strada da percorrere, confortando le sue sensazioni iniziali. Adesso si tratta da rafforzarle, magari già a partire dalla partita contro il Napoli.

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