McKennie: “Che affetto, ogni 10 metri i tifosi mi fermano. La prima volta con CR7…”

Le dichiarazioni negli Stati Uniti del centrocampista americano della Juve: “Nel mio destino c’era essere un giocatore. Ma magari di Nfl”

La prima volta che Weston McKennie ha visto Cristiano Ronaldo, per poco non gli è preso un colpo, perché lui è sempre stato un fan di CR7, ma non poteva certo fare una figuraccia con quello che sarebbe stato un suo compagno di squadra alla Juventus. “La prima volta che ho visto Ronaldo stavo entrando nella stanza del fisioterapista per andare dal mio medico – ha raccontato il centrocampista bianconero ai giornalisti di Dallas – e l’ho visto uscire in mutande. Ho pensato, ‘OMG, è davvero lui!’. Ma ho fatto tutto il possibile per comportarmi normalmente e non passare per un fan totale, perché sarebbe stato il mio compagno di squadra”.

Celebrità

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A quel primo momento di choc, ne ha fatto poi seguito un altro, quando il ragazzo del Texas si è reso conto che ormai è diventato famoso anche lui, al punto che non può più girare per Torino senza che i tifosi lo riconoscano e lo fermino. Cosa a cui non riesce ancora ad abituarsi. “Ovviamente essere alla Juventus significa essere nel club più grande d’Italia in questo momento – ha continuato il centrocampista, arrivato in prestito l’estate scorsa dallo Schalke e ora bianconero a titolo definitivo – quindi ogni volta che vado in città, cosa che non faccio spesso, vengo fermato probabilmente ogni 10 metri. Uscire è una delle cose che mi piace fare. Amo stare fuori, perché mi piace interagire con le persone. Ma mi piace anche godermi la mia privacy. Qui a Dallas, quando esco, capita ogni tanto che mi riconoscano, mentre in Italia succede sempre, mi riconoscono persino con la mascherina e il cappuccio. Le persone ti seguono per tipo 200 metri, entrano nei negozi in cui entri tu, ti mettono in un angolo e ti scattano le foto. So che questo fa parte della mia professione, ma è anche una cosa che a volte mi infastidisce, quando voglio stare da solo, godermi una passeggiata o portare fuori i cani. Anche loro adesso in Italia sono riconoscibili, quindi è un po’ difficile uscire”.

Mondi paralleli: la Nfl

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Nato in Texas, dai 6 ai 9 anni il giocatore bianconero ha vissuto a Kaiserslautern, in Germania, perché il padre – pilota dell’Air Force Usa – era di stanza in una base vicina. Ed è stato proprio in quel periodo che il piccolo McKennie si è innamorato del calcio: fosse rimasto negli Stati Uniti, probabilmente oggi sarebbe un giocatore di football americano professionista. “Giocavo a football americano prima di trasferirmi in Germania, ma ho iniziato a giocare a calcio, perché la non avevano quello sport per la mia età. Penso che se non fossi diventato calciatore, oggi sarei un giocatore di football americano di 90 chili e probabilmente giocherei nella NFL, perché cerco sempre di dare il massimo in ogni cosa che faccio”.

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