Massimiliano l’Obsoleto

Massimiliano l’Obsoleto (non si è mai aggiornato, lui), il fulminato, l’antipatico, l’arrogante, il pigro (pigro vero), quello che avrebbe dovuto dimettersi mesi fa e che gioca da far pena, ha appena battuto l’Atalanta, un’Atalanta viva e motivata, a Bergamo e adesso è secondo a distanze siderali dal Napoli campione, ma davanti a Lazio, Inter e Milan. Ha vinto per puro culo, sia chiaro, non avendo più in pugno la squadra: ho visto tanta infelicità negli occhi dei giocatori juventini. Soprattutto al gol di Vlahovic si è notata tutta la disperazione di un gruppo che sta remando contro l’allenatore. Anche i poco impiegati Pogba, detto tutta salute, e Di Maria – la caviglia gli procura dolore soltanto se l’impiego previsto è di 20 minuti e non 95 – si sono voltati dall’altra parte per evitare di incrociare lo sguardo da triglia, ovvio, del bollito di Livorno, tornato a Torino nell’estate del ’21 dopo due anni in cui si era occupato esclusivamente della fidanzata, dei figli, dei cavalli, dello chemin de fer, delle vacanze, degli scogli piatti e di alcuni pagamenti in sospeso. Lui racconta di essere stato cercato insistentemente da Napoli, Real e Inter, ma sono tutte balle. Anche i quattro incontri con De Laurentiis, il contratto solo da firmare con Florentino e la cena con Marotta, Ausilio e Branchini sono frutto della sua fantasia malata. Ma chi si crede di essere? Pensa davvero di aver vinto sei scudetti?

Guai societari e il rapporto Ceferin-Agnelli

Massimiliano A. non è più in grado di allenare e forse non lo è mai stato – chi lo giudica finito invece sì -: non ha saputo sfruttare una stagione favolosa in cui i guai societari e lo splendido rapporto Ceferin-Agnelli l’avevano messo nelle condizioni ideali per lavorare: da solo, senza dirigenti, presente il solo Cherubini in odor di inibizione. Poi confermata. O meglio, ne ha avuti di nuovi, di capi, tutti eccellenti – Ferrero, Scanavino e Calvo -, professionisti che nella vita si erano sempre occupati di mercato, spogliatoi e rapporti istituzionali. In effetti l’ultimo dei tre ha frequentato la lega per conto della Roma, trattando di diritti tv, sponsor e media company e cercando di assistere gli imprevedibili Lotito e De Laurentiis. Come ha potuto, Allegri, non vincere il campionato con gente come Fagioli, Gatti, Miretti, Iling-Junior, Barrenechea, Soulé, Barbieri, Kean e il ritrovato Chiesa? Ha fatto ridere in Champions, verissimo, dove invece hanno brillato il Psg di Messi, Neymar e Mbappé, così come il Liverpool di Klopp, il Chelsea di Tuchel, ora al Bayern, e l’Atletico di Simeone. E in coppa Italia, la vergogna, si è fatto eliminare dall’Inter di Simone Inzaghi che le coppe non le sa proprio vincere: solo fortuna le sei che ha portato a casa fin qui.

Doveri il cigno bianco

PS. Oh, mi sono sciacquato la bocca. Adesso voglio fare i complimenti a Daniele Doveri: da due anni è il miglior arbitro italiano sia sul piano tecnico sia su quello della gestione della partita. Ieri è stato impeccabile: esemplare quando si è rivolto a Vlahovic imponendogli di non reagire ai cori della curva e quando l’ha inseguito dopo il gol per evitare che facesse una cazzata. Che in parte ha fatto: giallo, uomo avvisato mezzo salvato. Purtroppo DD è il cigno bianco in mezzo a tanti cigni grigi e neri. Del suo livello c’è solo Orsato. Ma non sempre.

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