Martinez fa pretattica: “Hazard e De Bruyne? Decidiamo all’ultimo”. Ma uno dei due può giocare

Il c.t. belga: “Abbiamo altre 24 ore, ma è una questione più medica che calcistica. Credo che per Eden sia più difficile”

dal nostro inviato Marco Pasotto

1 luglio – MONACO (Germania)

Kevin de Bruyne ed Eden Hazard sono saliti sull’aereo che ha lasciato Bruxelles per Monaco. Ma questa in realtà non è una notizia. La notizia ci sarà se li vedremo entrambi in campo domani contro l’Italia. E qui si entra nel campo dell’inesplorato, del mistero profondo secondo Martinez. Che ha trasformato il ritiro di Tubize in una piccola Val Padana: nebbione da qualsiasi lato di osservazione. Pretattica, ovviamente, e altrettanto ovviamente non va colpevolizzato per questo. Fa parte del gioco, la posta in palio è notevole: ci sta. Più che altro, il c.t. dei belgi è stato bravo a chiudere ancora più ermeticamente la bolla dei Diavoli Rossi. E’ filtrato pochissimo, praticamente nulla. In altre parole, domani all’Arena potrebbe andare in scena qualsiasi combinazione: entrambi in campo (poco probabile, però), dentro uno e fuori l’altro (ipotesi concreta), entrambi fuori (trama da non scartare, ma scendiamo nella percentuale).

FINO ALL’ULTIMO MINUTO

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D’altra parte Kevin e Eden sono il cuore del Belgio. Gli uomini capaci di armare al meglio Lukaku e di unire i reparti. “De Bruyne è il miglior numero 10 al mondo, ma i giocatori bisogna averli al 100 per cento”, riflette Martinez, che spedisce il pallone direttamente ai medici. “De Bruyne e Hazard oggi non si sono allenati. Mancano quindi altre 24 ore per valutare, ore comunque positive per il possibile recupero. Sarà una corsa contro il tempo, aspetteremo l’ultimo momento per decidere. Il nostro approccio è quello di cercare di averli a disposizione, non si tratta di pretattica o arroganza. Per Hazard sarà difficile, è un problema muscolare. Per De Bruyne c’è un interessamento del legamento: si tratta di una decisione medica, non calcistica. La decisione calcistica la prenderemo solo dopo aver sentito lo staff medico”.

RISPETTO

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Il tema forte di vigilia, inutile girarci attorno, è questo. Ma anche la sfida dei due Roberto è interessante, soprattutto ricordando un precedente pazzesco: nel 2013 Martinez vinse la FA Cup alla guida del piccolo Wigan (che poi retrocesse in Championship) contro il City di Mancini, che due giorni dopo quel bruciante k.o. fu esonerato. Martinez spende parole molto dolci per il Mancio: “Nessuno si aspettava che il Wigan avrebbe vinto, è la magia della FA Cup. In un torneo tutto può succedere, proprio come sta avvenendo in questi Europei. Statisticamente Belgio e Italia sono le più forti, qualificazioni comprese. E’ un peccato che ci si debba incontrare ai quarti, sia per noi che per loro. Ho tanto rispetto per l’Italia, una grande squadra con grandi individualità e tanta applicazione. Si vede molto la mano di Mancini. Mi piacciono tanto gli allenatori tattici e lui ha fatto benissimo in Premier League. Ha forgiato il City con la sua mentalità. In questa Nazionale si vede la mano psicologica, così come l’approccio molto dinamico. Roberto sta facendo un ottimo lavoro, è un esempio per tutti”. Anche Axel Witsel elogia gli azzurri: “L’Italia ha tanta qualità, a centrocampo sarà una partita molto complicata”. E poi assicura: “Rimpianti per non essere andato alla Juve? Scelsi un altro club (i cinesi del Tianjin, nel 2017, ndr), non ho nessun rimpianto. Se tornassi indietro non cambierei niente, prenderei la stessa decisione”. Gli va dato atto che all’epoca fu onesto: “Era un’offerta irrinunciabile”, disse riferendosi al contratto da 18 milioni a stagione appena firmato.

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