Marotta: “Favoriti? Naturale Noi forti anche in bilancio…”

“Nella storia della Juventus c’è il fatto che quando partecipa ad una competizione, lo fa per vincere. È scontato dunque essere considerati tra i favoriti”. Così il direttore generale e amministratore delegato della Juventus Giuseppe Marotta ai microfoni di Radio anch’io sport su Radiouno, parlando dei campioni d’Italia, già a +4 dal Napoli dopo la vittoria di ieri a Empoli. “Il nostro punto di forza da sempre è la difesa – spiega l’a.d. bianconero – e il fatto che abbiamo subito solo quattro gol dimostra la nostra solidità difensiva. Le basi di una squadra vincente partono da dietro, perché avere una retroguardia solida dà la possibilità al centrocampo di lavorare meglio”.

europa e investimenti — L’obiettivo numero uno della Juve in questa stagione sembra essere la Champions League: “Dobbiamo sempre dare il massimo, siamo riusciti a migliorare la nostra qualità e il nostro valore. Al di là della conferma degli aspetti sportivi, siamo cresciuti anche patrimonialmente e finanziariamente, passando da 153 a 341 milioni di ricavi ed aumentando così il potere di fuoco e gli investimenti più dispendiosi. E abbiamo aumentato il livello qualitativo del gruppo, alzando l’asticella. Cerchiamo di ottenere il massimo, però tutto avviene in un recinto verde e il giudizio del campo è quello che conta”. Della Juve, quello che sorprende sempre è la solidità, innanzitutto mentale: “È la forza inculcata ai giocatori dalla società e dall’allenatore. Abbiamo giocatori temprati, un mix tra giovani ed esperti e questo permette di mantenere un livello alto e l’inserimento di nuovi elementi”.

riforma — Lo stesso Marotta, che assicura come il rientro di Marchisio dopo il lungo stop sia ormai prossimo, si schiera poi con la Figc di Tavecchio in tema di riforma dei campionati: “La Serie A andrebbe portata a 18 squadre perché la compressione delle diverse nazionali è notevole e alcuni nostri giocatori nella passata stagione hanno disputato 55 partite. In ottica internazionale, il calcio non deve essere considerato solo un fenomeno sportivo ma un business. Se non possiamo garantirlo in Italia, dobbiamo guardarci attorno”. Infine, una battuta sulla cosiddetta moviola in campo: “Ben venga la tecnologia, ma se utilizzata per determinati obiettivi: fuorigioco, gol non gol e sostituzione di persona. Non si deve però togliere soggettività e discrezionalità dell’arbitro, altrimenti verrebbe meno l’essenza del calcio”.

 Gasport 

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