Maradona, la perizia incastra i medici: “Morte evitabile”

BUENOS AIRES  (Argentina) – La morte di Maradona era evitabile. Questa la conclusione shock della perizia sulla morte dell’ex calciatore argentino (avvenuta il 25 novembre scorso) che verrà consegnato ai magistrati e sarà reso pubblico il 3 maggio.

Ora e cause del decesso

 Ad anticipare alcuni passaggi del rapporto è il sito argentino ‘TN Noticias’, entrato in possesso della documentazione prodotta dai medici forensi che hanno partecipato alla Consulta Medica. Nelle loro conclusioni i periti spiegano che Maradona soffriva di insufficienza cardiaca, renale e di cirrosi e confermano che la morte è stata causata proprio dalle malattie cardiache preesistenti. “Nessuno ha notato i sintomi o li ha minimizzati si afferma poi nel rapporto che complica così ulteriormente la posizione di Leopoldo Luque e Agustina Cosacho, che nel fascicolo si definiscono i “medici curanti” del ‘Diez‘ e per i quali, secondo quanto rivelato invece da ‘Pagina 12’, si ipotizza l’accusa di omicidio colposo, che prevede una pena da otto a 25 anni di reclusione. “I suoi occhi sono gonfi come un seno”, aveva riferito a Luque il 22 novembre, tre giorni prima del decesso, una delle persone che accudiva Maradona. Il gonfiore era il segnale che Maradona era in una condizione di ritenzione idrica dovuta all’insufficienza cardiaca, sottovalutata dai medici che lo avevano in cura, che ne ha causato poi la morte. Nessuno si è accorto che il suo cuore non funzionasse a dovere perché, secondo la perizia, l’ex capitano dell’Argentina “non aveva controlli medici adeguati”. Dalla perizia si evince inoltre che Diego è morto tra le 4.00 e le 6.00 della mattina del 25 novembre mentre dormiva, in contraddizione con le prime affermazioni secondo cui Maradona si era alzato al mattino. Un dato che rimette così in discussione la dichiarazione dell’infermiera Daiana Madrid, tra i 7 imputati, che sarà ora chiamata a chiarire perché ha mentito e se è stata spinta a farlo. 

Dai medici errori e omissioni

Nella relazione – si legge ancora su ‘Pagina 12’ che ne ha a sua volta fornito alcuni passaggi – si evidenzierebbe che la morte di Maradona era evitabile e che c’è stata negligenza. In primis l’argentino, dopo l’intervento alla testa per l’asportazione di un ematoma subdurale, “è stato portato in un posto inappropriato quando avrebbe dovuto essere ricoverato sotto controllo. Nella casa di Tigre non c’era nemmeno un defibrillatore per un’emergenza cardiaca”. Inoltre gli “è stato somministrato un farmaco controindicato per i pazienti con disturbi cardiaci, un antidepressivo che non viene somministrato ai pazienti con aritmia e non sono state prese misure elementari”. Nella relazione si punta poi il dito sulle omissioni dei medici come quella relativa agli avvertimenti sulla ritenzione di liquidi, per la quale “non è stato fatto nulla. Maradona trascorreva intere giornate senza alzarsi e non ci fu reazione di alcun genere a questa anomalia. L’imputazione per Luque e Cosachov pare scontata, ma i due potrebbero non essere gli unici. Non è chiaro se l’accusa sarà anche per lo psicologo Carlos Díaz, che ha preso decisioni, e sembra probabile che anche gli infermieri saranno accusati ma di reati di livello molto inferiore a quello di omicidio. I pubblici ministeri stanno valutando la situazione dell’avvocato e rappresentante Matías Morla, perché ritengono che avesse un certo controllo della situazione, e avesse scelto i medici per l’argentino.

Maradona diventa una statua di bronzo

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