Mani Vlahovic, Rocchi fa chiarezza: ecco la sua spiegazione

Nessuna certezza che Vlahovic abbia colpito il pallone con il braccio destro. Che è l’unica certezza (di Rabiot è noto) il giorno dopo Inter-Juventus. Il designatore Gianluca Rocchi ha fatto il punto della situazione con i suoi più stretti collaborati. Anzi, ne ha fatti diversi, cercando di fare chiarezza in mezzo a tante imprecisioni. Perché l’Inter continua ad avere dei dubbi che le immagini non chiariscono al cento per cento e allora è meglio non nascondersi. I vertici arbitrali hanno le idee chiare, con in mano l’audio della conversazione fra Mazzoleni nel VOR e Chiffi (male, al di là dell’episodio) in campo a San Siro. Oltre quattro minuti per cercare il frame risolutivo ovunque fra le 24 telecamere presenti nell’impianto: le 18 standard A più le 3 di integrazione (2 di DAZN e una addirittura dell’Inter) più una tattica e 2Glt. Frame che non c’era. Neanche la ripresa frontale, quella nella quale l’attaccante bianconero sembra aiutarsi con il braccio destro e che ha fatto infuriare l’Inter, se confrontata con le altre lascia certezze. Anzi. Per questo la rete di Kostic è stata convalidata. Nessuna immagine chiara. E anche nessun invito a non venire all’OFR.

Rocchi dixit

Perché è chiaro a tutti che, nel caso dal VOR di Lissone, dove al fianco di Mazzoleni c’era Piccinini, avessero avuto la certezza del tocco di braccio di Vlahovic, l’OFR sarebbe stata obbligatoria, come ha spiegato Rocchi a chi chiedeva lumi. Dunque nessuna revisione inutile, sarebbe stata – come dicono quelli bravi – “mandatory”, obbligatoria appunto. Nell’audio (che Rocchi ha ribadito agli amici di non avere alcuna intenzione di diffondere) non c’è traccia di tentennamento, di possibile sterilità di un intervento dell’arbitro a bordocampo, semplicemente perché Mazzoleni non avrebbe potuto dirlo. Non solo, ma Rocchi ha anche spiegato il grande equivoco che si crea in casi come questi, fra l’immediatezza (tiro, tocco di mano, gol) e l’APP (l’inizio della fase d’attacco): nel primo caso, rete sempre da annullare, anche se struscia appena; nel secondo caso, invece, deve essere una cosa certa, netta (un pestone, uno sgambetto, un fallo duro, una tirata di maglia). Non solo, ma nel caso specifico ci sono anche due/tre passaggio prima della rete. 

Cos’è successo

Nel VOR hanno controllato il tocco di Rabiot (senza certezze), il tocco di spalla di Vlahovic (non punibile mai, da qualsiasi punto la vogliate guardare), l’eventuale successivo tocco dell’attaccante serbo, dovendo decidere nell’ordine: 1) se tocca davvero il pallone (e il controllo è finito qui, perché certezze non ce n’erano); 2) eventualmente se quel tocco fosse punibile (vedi Juve-Roma sul gol annullato a Locatelli). Nel caso sarebbe toccato all’arbitro Chiffi deciderlo al monitor a bordo campo. Non certo a Mazzoleni.

"Rabiot come Mila e Shiro": ironia e rabbia sui social dopo il derby d'Italia

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