Mandzukic, ci sei ancora? Pioli lo aspetta dopo la sosta

Fin qui il croato ha messo insieme 5 presenze (una da titolare) per un totale di 157 minuti, e poi è uscito di scena per 9 partite. Doveva essere l’alter ego di Ibra, ora la chance nello sprint finale

Recita uno dei tormentoni più classici degli allenatori: da qui alla fine ci sarà bisogno di tutti. Anche se non è vero. Ecco, in questo caso è vero. Nel Milan incerottato, squalificato ma anche terribilmente vivo, servirà tutta la rosa per accompagnare la barca dolcemente nel porto della Champions. E Mario Mandzukic è uno timonieri più attesi. Dove atteso ha un duplice significato: all’inizio era la curiosità e il fascino del vedere all’opera un 34enne di grande esperienza e fascino internazionale. Magari accanto a Ibra. Poi “atteso” è sfociato nel significato letterale: lo aspettano tutti perché fino a questo momento praticamente non si è visto.

Una da titolare

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Un numero per riassumere la situazione e capire bene: 157. Come i minuti in campo di Mario, spesso chiamato SuperMario (ma per il momento magari è meglio non esagerare). Suddivisi in 75 in campionato e 82 in Europa League. Cinque presenze complessive, di cui una da titolare, a Belgrado contro la Stella Rossa, ovvero la partita che l’ha cancellato dalla scena. Ci può stare, dopo un anno di inattività. Diagnosi: lesione al bicipite femorale della coscia sinistra, che fin qui gli ha fatto saltare, tra coppa e campionato, nove partite. Sfortuna ha voluto che la sua assenza sia coincisa anche con quella degli altri attaccanti. Non se n’è salvato uno: gli infortuni hanno fermato Ibra, Rebic e Leao (oltre a Calhanoglu) e quindi Mario sarebbe servito parecchio. Anche senza i novanta nelle gambe.

Al lavoro da domani

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Per il momento invece resta incasellato alla voce oggetti misteriosi e l’entusiasmo dell’ambiente dopo il suo arrivo – il nome, lussuoso per il mercato di gennaio, era stato apprezzato da tutti – si è affievolito fino a trasformare il croato in un evidente punto interrogativo. Che peraltro costa un bel po’: dividendo il suo ingaggio netto (1,8 milioni) con i minuti giocati (157, appunto), Mario fin qui è costato quasi 11.500 euro a minuto. Che diventano circa 22 mila se consideriamo il lordo. Una provocazione aritmetica, ci mancherebbe, ma utile per addentrarsi nel caso: perché, al di là dei costi, Mandzukic è stato preso proprio per sopperire a eventuali problemi in attacco, e invece ha finito per farne parte. La faccenda comunque parrebbe più o meno sulla via della risoluzione. Il croato dovrebbe tornare disponibile dopo la sosta, ovvero il 3 aprile con la Samp, o al più tardi la partita successiva col Parma. Si capirà qualcosa di più a partire da domani, mercoledì, quando gli infortunati si ripresenteranno a Milanello. La certezza è che fin qui Mario non è ancora mai uscito a lavorare sul campo, limitandosi a cure e sessioni in palestra.

Rinnovo?

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Un inserimento complicato nel mondo rossonero, il suo, anche perché assieme alla squadra per forza di cose c’è stato poco. Un aspetto a cui va unito il suo carattere (decisamente schivo) e il discorso relativo alla lingua (niente italiano, nonostante gli anni alla Juve, ma solo inglese). Ora la sosta, il ritorno ad allenarsi in campo e poi il campo vero: il programma a grandi linee è questo e Pioli confida di poter contare su tutti nello sprint per qualificarsi in Champions. Cosa che – non è un particolare secondario – equivarrebbe al rinnovo contrattuale di Mario per la prossima stagione.

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