Mancini rinnova: la firma fino al 2026 e ingaggio raddoppiato

ROMA – L’appuntamento odierno, alle 12, esattamente trenta anni dopo il trionfo, è di quelli che rimandano a un tempo perfetto, circolare, senza fine dopo che si è compiuto. Roberto Mancini (con il gemello Vialli) ci racconterà “La bella stagione”, sua, di Gianluca e di tutto l’universo Samp, divenuta uno scudetto storico allora, 1991, e un libro edito da Mondadori adesso. Beh, senza voler mescolare emozioni e scenari, è chiaro che l’attuale ct avrà presto bisogno di un’altra fatica letteraria, visto che si sta preparando a entrare in una dimensione legata ad altre epoche. Proprio oggi, o al più domani, infatti, Mancini metterà la propria firma sotto un nuovo contratto che lo legherà alla Federcalcio di Gabriele Gravina, motore dell’operazione, fino al luglio 2026! L’esclamativo in questo caso non è retorico ma d’obbligo, dato che l’arco di impegno tricolore che si disegnerà sopra l’attuale commissario tecnico coprirà sulla carta un periodo di otto anni, scattato il 14 maggio 2018 con un biennale, poi portato al 2022, e concepito ora per esaurirsi dopo il mondiale statunitense-messicano.

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Mancini insegue Pozzo e Bearzot

Questo attraverso un paio di Europei, quello prossimo e quello del 2024 in Germania e altrettanti tornei iridati, a iniziare da Qatar 2022, più altre manifestazioni varie. Ora, era giusto dai tempi del tricolore doriano, che l’Italia non si teneva stretto un ct, in quel caso Vicini, oltre un quadriennio, canonico (Trapattoni, Prandelli) o in due tempi (Lippi). Ma più in generale se questo nuovo contratto dovesse compiersi, Mancini sarebbe dietro solo a due giganti azzurri come Pozzo e Bearzot e davanti a Valcareggi.

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