Mancini, laurea honoris causa: “Più dura preparare questa tesi che una partita di calcio”

Il c.t. azzurro insignito del titolo onorifico in Scienze dello sport dall’università di Urbino Carlo Bo: “L’allenatore svolge il ruolo di team leader”

Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite

27 settembre – Urbino

“Beh – sorride Mancio -: è stata più dura preparare questa tesi che una partita di calcio”. Sedici pagine, mezz’ora di lettura davanti alla platea del teatro Sanzio di Urbino strapieno per vedere la consegna della Laurea Magistrale ad honorem in Scienze dello Sport a Roberto Mancini che, vestito di toga e tocco, racconta la sua Tesi dal titolo “Leadership, coesione, spirito di gruppo, clima relazionale: come costruire un team vincente nello sport”. Dentro a pagine di ricordi e considerazioni e approfondimenti, il c.t. campione d’Europa ricorda ogni cosa. E la Gazzetta è in grado di fornirvi le pagine da lui redatte.

I petardi e i rigori

—  

Viene rammentato il giorno della finale “quando ci svegliarono alle 2 di notte coi petardi a Londra, oppure il viaggio interminabile di 45’ per raggiungere Wembley, una cosa assurda”, ma anche il momento della scelta dei rigoristi. “Mi metto in cerchio coi calciatori – scrive Mancio – io quel momento l’avevo già vissuto e pensato. Chiedo a tutti chi se la senta: ricevo risposte positive anche da chi non avrei mai pensato. Ecco: se avessi scelto freddamente senza tenere conto del carico emotivo dei ragazzi in quel momento, forse sarebbe andata diversamente. Invece è stata una gioia immensa”.

Mondiali e Francesco

—  

Nella sua tesi di sedici pagine, Mancio ricorda anche la rivoluzione di John Nash (la rivoluzione delle dinamiche di gruppo) rispetto alle tesi di Adam Smith, ricorda che “è importante ascoltare tutti perché tutti partecipano”, che “la prima volta che convocai i ragazzi dissi loro che non erano meno bravi di altri e che tutti insieme avremmo potuto fare qualcosa di bello”. C’è un momento in cui il teatro si apre a un applauso quando Mancio dice “a ricordare quella sera di Wembley mi vengono ancora i brividi”. Alle 17,20 Roberto Mancini diventa dottore, con la Laurea conferitagli dall’Università di Urbino Carlo Bo e da Rettore Giorgi Calcagnini, è presente anche il Ministro del Turismo Garavaglia e fuori dall’Università stessa c’è una marea di ragazzi adoranti. “Voglio esprimere il mio legittimo orgoglio, perché con questo mio riconoscimento viene confermato il valore dello sport a livello sociale – ecco l’incipit del Mancio -. L’allenatore oggi più che mai svolge un compito da team leader: il gioco del calcio per motivi tecnici, ambientali, culturali e sociali rappresenta un caso di studio per la gestione di un gruppo di lavoro”. La chiosa, poi, avviene citando papa Francesco: “Lo sport quando è vissuto bene è come una celebrazione”, chiude Mancio che il 6 giocherà contro la Spagna per la Nations League. “Convocarne solo 23 mi sta stretta, ma purtroppo dovrò fare così. Il Mondiale ogni due anni? È una cosa da valutare bene, perché il fascino di un’attesa lunga 4 anni è bella…”.

Precedente Video/ Sassuolo Salernitana (1-0) gol e highlights. Berardi colpisce ancora (Serie A) Successivo Bordon: "Dimarco? Anche il mio Beccalossi sbagliò due rigori..."