Mancini, la decisione dopo la Turchia: oggi nuovo incontro con Gravina

Spetta al c.t. scegliere se dimettersi o andare avanti nonostante questa batosta. Federazione e squadra spingono per la conferma, ma si valutano anche le alternative

Chissà se a 24 ore da quel maledetto tiro di Trajkovski, Mancini sarà riuscito a prendere sonno senza troppa fatica. Chissà quali e quanti pensieri stanno riempiendo ora la testa del c.t., chiamato a preparare a Coverciano una partita (contro la Turchia) per cui è quasi impossibile trovare senso e – soprattutto – motivazioni.

Si dice che ognuno sia l’artefice del proprio destino: non è sempre possibile, ma stavolta Roberto Mancini ha davvero il futuro nelle proprie mani. Perché anche se i nomi dei possibili sostituti sono iniziati a girare già negli ultimi minuti della sfida del Barbera, la Federazione – complice pure il più totale sostegno da parte degli azzurri – vuole sul serio che il Mancio resti. Non sono parole di circostanza, né rigurgiti di gratitudine per il trionfo Europeo, il presidente Gravina – che gli aveva rinnovato il contratto fino al Mondiale 2026 – crede in lui, in quello che ha fatto e soprattutto in quello che ancora può fare.

Quando si decide

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Mancini dunque chiede tempo. Se dopo la Macedonia era sotto shock, adesso vuole riflettere a fondo, valutare pro e contro, opportunità e rischi, confrontandosi con amici e famiglia. Se alla fine sceglierà di andare avanti o dimettersi lo sapremo soltanto dopo il match di martedì in Turchia. Intanto i contatti “politici” vanno avanti: Gravina arriverà a Coverciano già oggi – un giorno prima del previsto – e parlerà con il c.t., parlerà e ascolterà, per cercare una soluzione che non appaia una forzatura, una soluzione che anzi abbia il sapore della ripartenza.

Le alternative

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Chiaro poi che se alla fine quella che il Mancio ha definito “la più grande delusione della mia carriera” dovesse portarlo all’addio azzurro, non ci si farà trovare impreparati. Il nome di Fabio Cannavaro, con Marcello Lippi direttore tecnico di tutte le nazionali (quel Lippi che Gravina aveva incontrato tempo fa per proporre un progetto di supervisione, iniziativa che all’attuale c.t. ha lasciato un certo amaro in bocca), è stato il primo ad emergere. Poi ci sono Gattuso, come Cannavaro simbolo del Mondiale 2006, e De Zerbi, che con il Sassuolo ha convinto tutti. Si è parlato anche di Ranieri (ma forse è troppo tardi) e De Rossi (ma forse è troppo presto). Bisogna attendere. Perché è Mancini l’unico artefice del proprio destino.

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