Mancini esclusivo: “Roma da scudetto? E’ un campionato strano…”

ROMA – Gianluca, che momento state vivendo nel mondo del calcio? «E’ un periodo difficile per tutti, nel mondo del calcio e nel mondo reale, dove tante persone stanno soffrendo, tante persone non ci sono più. Noi cerchiamo di stare attenti e continuare il nostro percorso calcistico».

Controlli, tamponi regole rigide. Il calcio vuole andare avanti per sopravvivere.

«Il mese scorso, prima di andare in Nazionale, avevamo fatto centinaia di tamponi, in questo ultimo mese ne abbiamo fatti ancora tanti. La Roma è organizzatissima, cerchiamo di scoprire se c’è un positivo per evitare i contagi. Sotto questo aspetto sono fiero di essere in un club come questo, che tra l’altro grazie alla sua fondazione è molto impegnato nel sociale». […]

La Roma è terza in classifica dopo una avvio difficile. Quanto vale la vostra squadra?

«Ha un valore importante. Lo scorso anno abbiamo fatto i primi sei mesi bene, con un allenatore nuovo e a dicembre eravamo a due punti dal quarto posto dell’Atalanta. A gennaio c’è stato un black out incomprensibile, poi abbiamo finito bene la stagione, a parte l’ultima partita con il Siviglia, che poi ha vinto l’Europa League. Avevamo finito in crescendo. Quest’anno siamo partiti tra qualche scetticismo, ma noi siamo convinti della nostra forza, abbiamo più sicurezza, ci conosciamo meglio, è più facile dello scorso anno, quando partimmo da zero».

Il mercato ha portato rinforzi mirati. Avete aggiunto esperienza.

«Sono arrivati giocatori importanti, la squadra è forte, Pedro, il ritorno di Chris (Smalling, ndr) ci hanno dato sicurezza. Da qui a dicembre ci attendono dieci partite che ci aiuteranno a capire dove possiamo arrivare. Dobbiamo proseguire un lavoro che è partito lo scorso anno. L’allenatore ci rende tutti partecipi, ora che ci conosciamo è più facile».

La difesa da quando è tornato Smalling ha preso solo un gol: è un caso?

«Chris non lo scopro io, se uno fa duecento partite nel Manchester United è forte. Il suo ritorno è stato importante per la sicurezza che dà in campo, io e gli altri siamo giovani, con lui ci troviamo bene. Ma se non prendiamo gol il merito non è solo della difesa, conta il comportamento di tutta la squadra che fa pressing per tutti i novanta minuti, ci aiutiamo a vicenda. Oggi tirarci in porta e segnarci è difficile».

Fonseca ha detto che con il cambio di modulo la squadra è più sicura. E’ vero?

«I risultati lo dimostrano. Anche nello scorso anno abbiamo espresso un buon calcio per sei mesi giocando a quattro e quel modulo non l’abbiamo dimenticato. Fonseca è stato bravo a fare altre scelte, è importante saper utilizzare due schemi, si può cambiare anche nel corso della partita. Se i risultati arrivano il modulo è quello giusto».

Che allenatore è Fonseca?

«E’ una persona molto diretta, un lavoratore e amante del calcio, studia tutto nei minimi particolari, sappiamo tutto e di più della squadra avversaria e per noi è molto importante. Ci trasmette grinta e determinazione, lavora tanto, anche durante gli allenamenti vuole intensità e rabbia agonistica da parte di tutti, per mantenere i livelli di attenzione alti. Se le cose non vanno bene si arrabbia e lo dice, è giusto così. Dobbiamo avere lo stimolo di non farlo arrabbiare. In panchina sembra molto tranquillo, ma posso garantirvi che non è morbido».

Leggi l’intervista completa sull’edizione del Corriere dello Sport-Stadio oggi in edicola

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