Mancini: “Dobbiamo stare tranquilli”. Bonucci: “Rigorista? Non sarò io”

Il c.t. azzurro alla vigilia del match con l’Irlanda del Nord: “Occorre giocare senza ansia, Barella è recuperato”. Il difensore: “Sui rigori decideremo quando sarà il momento. Dobbiamo essere più squadra”

Dal nostro inviato Marco Pasotto

14 novembre – Belfast (Irlanda del Nord)

A Roberto Mancini tocca il secondo esorcismo nel giro di quattro mesi. Se nella finale di Wembley – assieme a Vialli – aveva rimesso a posto i conti in sospeso col suo passato blucerchiato, conquistando lo stadio dove aveva perso una Coppa dei Campioni, stavolta gli tocca vendicare l’intera Nazionale. Che qui, al Windsor Park, 63 anni fa venne condannata dall’Irlanda del Nord a guardare il Mondiale svedese davanti alla tv. Domani sera, nello stesso stadio, Mancio invece la sua Italia al Mondiale ce la può portare. Parrebbe il minimo sindacale per la squadra campione d’Europa, eppure le incognite sono tante. Colpa nostra, è chiaro. Rigori trasformati in pessima beneficenza, pareggi contro avversari che avremmo dovuto addomesticare. Sarà snervante: un occhio al campo e un orecchio a Lucerna, dove ci si augura che la Svizzera non passeggi a suon di gol contro quella Bulgaria che, almeno a sentire il suo c.t., promette di non fare solo la comparsa.

Palla a terra

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Prima della Svizzera Mancini aveva chiesto le solite cose: giocare il nostro calcio, divertirsi (due concetti che sono andati a braccetto per tutta l’estate) e tenere a bada l’ansia. Solo che il mantra del Mancio l’ultima volta non ha funzionato. Occorrerà ritrovare tutto in una notte, nell’ultima notte che ci separa dal caldo dicembrino del Qatar con l’incubo dei playoff a marzo. “In effetti dopo il gol della Svizzera un po’ d’ansia c’è venuta – racconta il c.t. -. Siamo stati mezzora in balìa degli avversari e abbiamo concesso cose che di solito non concediamo. Domani comunque è l’ultima partita, non possiamo fare tanti pensieri particolari. Vogliamo qualificarci domani e il concetto non cambia: occorre giocare senza ansia”. Per quanto riguarda le scelte, le parole del Mancio parrebbero indirizzare verso una formazione abbastanza chiara: “Tonali sabato è entrato bene, attraversa un ottimo momento di forma e può starci che parta dal primo minuto. Barella? Può giocare e nel caso giocherà meglio rispetto a sabato”, ha detto alla Rai. Per quanto riguarda invece l’attacco – chiamato al compito più importante: sbloccarsi proprio contro chi non ha mai preso gol in casa, in modo da tenere a bada la Svizzera -, il tecnico non fa nomi ma le indicazioni arrivano attraverso il concetto base: “Giocare con palle alte e i lanci lunghi direi di no, loro sono abbastanza alti e noi abbastanza normali… Occorre cercare di vincere in velocità, con la palla a terra. Loro difendono in tanti e molto bene, quindi non sarà per nulla semplice. Noi di grande fisicità davanti abbiamo solo Scamacca, gli altri attaccanti sono diversi fisicamente e sono capaci di giocare palla a terra”. Se due più due fa quattro, il debutto da titolare di Scamacca è rimandato e rivedremo il tridente leggero col falso nove.

Percorso

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Allontanare le ombre che si sono allungate dopo il pareggio con la Svizzera non è facile, ma è vitale sgombrare la testa: “Cattivi pensieri? I cattivi pensieri sono per le cose gravi, questa è una partita di calcio. Noi dobbiamo semplicemente cercare di vincere, ricordando che loro hanno concesso poco a tutti quelli che sono venuti qui. Abbiamo fatto qualcosa di impensabile, nessuno ci credeva e si sa che lungo un percorso arrivano anche momenti difficili, cosa che a noi non era ancora capitata. Dobbiamo dimenticarci cosa è successo e giocare con la massima tranquillità. La nazionale italiana ha sempre grande pressione, domani forse ce ne sarà un po’ di più, quindi serve restare concentrati. I tanti infortuni? Tutte le squadre ne hanno e noi siamo forti anche se ci mancano giocatori importanti”. E poi, una battuta sullo sprofondo del 1958: “Sì, certo, so cosa è successo, spero di non tornare indietro nel tempo così tanto”. Accanto a lui Bonucci, che farà di nuovo coppia con Acerbi e che domani sera raggiungerà Chiellini a quota 114 presenze azzurre, chiarisce la questione rigori: “Se il prossimo lo calcerò io? Il mio primo pensiero l’altra sera è stato abbracciare Jorginho, un errore può capitare a chiunque. Comunque non sarò io il rigorista domani, decideremo quando sarà il momento. Per ora abbiamo deciso di lasciare le cose come stanno. So solo che la squadra farà grandissima prestazione per portare a casa la vittoria. Dobbiamo essere sempre più squadra, un concetto che dovrà venire fuori all’ennesima potenza”.

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