Mancini, discorso agli azzurri: rispetto al Belgio un solo cambio in formazione

Allenamento a Londra per gli azzurri, preceduto dalle parole del c.t. alla squadra

Tutti intorno a Roberto Mancini: il capobranco si sistema al centro del prato del Hive Stadium, giocatori e staff lo circondano disponendosi in una lunga ellisse, per cinque minuti si sente solo la voce del commissario tecnico. Che spiega, raccomanda, dispone. È la vigilia della semifinale degli Europei, l’Italia è arrivata a Londra in mattinata e poco prima delle 19, archiviata la conferenza stampa di rito, effettua la seduta d’allenamento in preparazione della sfida alla Spagna. Finché Mancini parla c’è un’atmosfera magica, il piccolo stadio del Barnet e l’immancabile pioggerellina – che poco più a sud costringe Wimbledon a sfoderare i teloni – la rendono irresistibilmente “British”. Poi tutti al lavoro, a scaldare muscoli e testa in vista del match di domani.

Stessa Italia, o quasi

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Salvo colpi di scena tra stasera e domattina, la Nazionale che affronterà la Roja di Luis Enrique sarà molto simile a quella vista in azione contro il Belgio. Mancherà Spinazzola, a cui tutti vorrebbero dedicare la conquista del pass per la finalissima: Emerson non teme concorrenti, anche perché in rosa non abbondiamo di terzini sinistri. Accanto avrà Chiellini e Bonucci, sull’altro lato è difficile pensare a qualche soluzione diversa da Di Lorenzo (anche se Florenzi e Toloi hanno smaltito infortuni e acciacchi). I tre nella linea mediana non si toccano: Barella-Jorginho-Verratti ormai è una filastrocca che ripetono tutti, in questi giorni di paragoni coi grandi “centrocampi” del passato. Davanti Chiesa-Immobile-Insigne è il tridente più probabile. Ciro, soprattutto, è atteso al riscatto. E Mancini ha avuto per lui parole di stima, in questi ultimi giorni un po’ così.

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