Mancini Ct della nazionale negazionisti. L’ho preso dal Tg…Propaganda del non c’è

Mancini Commissario Tecnico della nazionale negazionisti. E non è una battuta a cuor leggero. Primo perché non c’è nulla da ridere e neanche da sorridere.

E poi perché Roberto Mancini va preso sul serio perché dice e fa sul serio con il negazionismo. Il suo sottoscrivere e diffondere Testo e immagini “Covid, dove l’hai preso? Guardando il Tg” è propaganda, non dozzinale e non causale, del coronavirus non c’è.

C’E’ DEL METODO NELLA VIGNETTA, E ANCHE INGEGNO

C’è del metodo, del ragionamento e dell’ingegno nella vignetta, nel testo e immagine cui Mancini aderisce e che ;Mancini diffonde. E’ un messaggio insieme diretto e immediato e anche raffinato. Dove ti sei contagiato? Guardando i notiziari è la risposta. Vuol dire in maniera esplicita e netta che il virus è soprattutto nell’informazione e molto, molto poco nella realtà. Vuol dire, e Mancini sottoscrive e diffonde, che la pandemia è una costruzione artificiale e gonfiata. Vuol dire che, seppure c’è, coronavirus e quindi Covid sono robe che raccontano giornali e tv magari per fare vendite e ascolti.

MANCINI, RIDUZIONISMO CHE SCONFINA NEL NEGAZIONISMO

E’ quella vignetta ed è quel pensare il luogo dove il riduzionismo (come un’influenza, al massimo un’influenzona) sconfina nel negazionismo. Si ammette, con scetticismo, il virus ma si nega recisamente la pandemia. E soprattutto si negano, si contestano le conseguenze reali della pandemia. Costruendo le basi e i vettori d’opinione per il boicottaggio delle limitazioni anti pandemia.

C’è del metodo e anche efficacia nel messaggio di Roberto Mancini. Efficace è il messaggio: roba da giornali, non fidatevi. E c’è metodo, molto metodo. Roberto Mancini non solo voleva e vuole stadi aperti. Non perché creda davvero che migliaia e migliaia in uno stadio stiano fermi e composti da protocollo e non si abbraccino da tifo. No, a questo neanche Mancini crede davvero, anche se come da ipocrisia da protocollo operatori del calcio, anche lui fa finta di crederlo.

CALCIO VALE QUANTO LAVORO E SCUOLA

Non solo voleva (e vorrebbe) stadi aperti al pubblico. Fornisce Mancini anche l’ideologia di riferimento. Lo ha fatto, da vero dirigente nazionale, quando ha comunicato scala e priorità di valori etici e sociali: calcio, lavoro e scuola alla pari. Alla pari. Quindi uno stadio con dieci/ventimila dentro è condizione per la salute dl calcio. Quindi la salute del calcio val bene qualche contagio. Contagio che poi si prende soprattutto al Tg, cioè in nessun luogo reale.

MANCINI E IL NEGAZIONISMO, IL CONTESTO DI UN MANAGER

Roberto Mancini ha detto la sua sul contagio che si prende al Tg nei giorni in cui è coprifuoco a Milano, Roma e Napoli. Nei giorni e nelle ore della settimana in cui sarà forse di nuovo lockdown se non per scuola (speriamo di no) e lavoro. Nei giorni dei 41 mila casi in un giorno in Francia e dell’aumento inarrestato di contagi, ricoveri e morti in ogni paese d’Europa. Ma devono essere i Tg…

L’argomento di Mancini è molto, molto simile a quello di chi attesta di non aver mai visto con i suoi occhi un morto di Covid. Ha la stessa fondatezza e rispettabilità. Ed è argomento postato e portato non questa estate quando l’incantamento della pandemia illudeva tutti anche se palesemente falso. No, il Covid che si prende dal Tg perché altrove non c’è è il messaggio che il manager del calcio rilancia in questi giorni di nuovo dolore e nuove morti.

Ma Roberto Mancini ha voluto precisare che “non voleva offendere nessuno”. Certo, nessuno con nome e cognome. L’offesa c’è stata solo alla realtà, alla ragione, ai malati, alla salute pubblica. Salute pubblica, ce n’è un’altra oltre quella del calcio?

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