Malagò: “Italia gruppo super. A Euro 2020 può succedere di tutto”

Mancano poco più di 72 ore dall’esordio dell’Italia a Euro 2020. Gli azzurri di Mancini debutteranno venerdì sera all’Olimpico di Roma contro la Turchia nel match inaugurale della competizione continentale. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, intervenuto ai microfoni di Agorà su Rai 3, si è detto ottimista sulle possibilità dell’Italia: “Secondo me può succedere di tutto. Nell’anno del Covid le favorite non hanno vinto la Champions e ci sono state sorprese anche in alcuni campionati nazionali. Il gruppo azzurro è formidabile, Mancini ha fatto un lavoro eccezionale, ma ora piedi per terra”. Lo stadio Olimpico di Roma sarà il teatro delle tre sfide del girone dell’Italia (dopo la gara inaugurale contro la Turchia di venerdì 11 giugno, nell’impianto capitolino si giocheranno le partite contro Svizzera, mercoledì 16 giugno, e Galles, domenica 20 giugno) e un quarto di finale: “Sono molto soddisfatto, le autorità di Governo hanno lavorato benissimo per assicurare l’organizzazione e la Figc è stata straordinaria. L’Uefa pretendeva molto, l’Italia è stata brava a dare garanzie e la partita inaugurale di Roma è un segnale straordinario”.

Gli stemmi delle squadre di Euro 2020

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Gli stemmi delle squadre di Euro 2020

Malagò: “Impossibile rinviare nuovamente le Olimpiadi”

“I giapponesi vogliono rinviare i Giochi? È normale ci siano dubbi, ma bisogna partire da un presupposto: la presidente del comitato organizzatore ha chiarito la situazione, i Giochi non si possono annullare nè rinviare nuovamente. Non è possibile per un fatto economico, di prestigio e di quanto è stato fatto finora. I giapponesi hanno una strana cultura di popolo no vax, quindi finora si sono tutelati cercando di non far entrare le persone. Per i Giochi ci sono 140-150 mila persone accreditate, ma saremo tutti in una grande bolla”.

Sport e Covid: l’effetto della pandemia in Italia

Sull’effetto del Covid sullo sport in Italia, Giovanni Malagò rivela: “Sono state commissionate due ricerche molto eloquenti. C’e’ una perdita di tesserati che varia fra il 30 e il 50 %: progressivamente si possono recuperare, ma è da dimostrare se e quanto i nostri figli e nipoti torneranno a fare attività sportiva dopo essersi disabituati. Servono incentivi e una politica per l’impiantistica: su questo il recovery plan farà molto. E poi c’è il grande male del nostro Paese, sul quale il Coni non c’entra nulla, vale a dire la mancanza cronica dello sport nella scuola”. “Se l’autonomia del Coni è stata garantita dal decreto? È una domanda abbastanza imbarazzante: a parole sì, nei fatti no perchè purtroppo quando uno entra in questo fantastico mondo del pubblico si rende conto che una cosa è la legge, un’altra i decreti attuativi senza i quali la legge non conta niente. Sui decreti c’è un rimbalzo di responsabilità tra pezzi dello Stato, che sono fuoriclasse nel cercare di ostacolare, creare ostruzioni alla situazione”, conclude il numero uno del Coni.

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