Maignan sempre out, delusione Origi: la rincorsa del Milan parte in salita

Il portiere starà fuori almeno fino a metà gennaio: possibile si anticipi la firma rossonera di Sportiello. Per il belga in sei mesi più problemi fisici che gol

Stefano Pioli, al Risiko dell’estate, ha pescato una carta obiettivi proibitiva: restare in corsa per scudetto e Champions League giocando per tre mesi senza portiere, per un mesetto senza tutta la fascia destra, per tutto il girone d’andata con un solo, vero centravanti affidabile. Tra alti e bassi, colpi di genio e colpi di scena, il Milan è ancora lì: secondo in campionato – anche se il meno 8 dal Napoli, certo, è un distacco pesante – e agli ottavi di Champions League. Due problemi però sono più importanti degli altri, anche in prospettiva 2023: Mike Maignan e Divock Origi.

Maignan per il 18

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Subito un aggiornamento sulle loro condizioni. Maignan è fermo dal 22 settembre, quando si è fatto male al polpaccio sinistro in Nations League contro l’Austria. Natale ha portato cattive notizie: Mike sembrava vicino a un rientro, invece si è capito che il processo di guarigione non è concluso, anzi ha avuto un rallentamento. Maignan farà un controllo dopo l’Epifania e la speranza dei milanisti al momento è una: averlo a Riad, in Supercoppa italiana, contro l’Inter. Data della partita: mercoledì 18 gennaio. Per la prima dell’anno contro la Salernitana, nessuna possibilità. Anzi, il timore ormai è che il recupero slitti fino alla seconda parte di gennaio.

Origi, manca poco

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Divock Origi ha pensieri più ottimistici. La diagnosi parla di problema di basso grado al bicipite femorale della gamba destra: non ci sarà probabilmente a Salerno ma si tratta di contare i giorni, non le settimane. Non sarebbe sorprendente vederlo con la Roma dopo l’Epifania. Quando Origi tornerà, Pioli ritroverà la prima alternativa a Giroud da 9.

MM: quattro mesi

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Le due situazioni sono ovviamente differenti. Maignan sano è il più forte portiere del campionato e, su questo, si discute poco. Il tema è capire quanto riuscirà a restare integro dopo la serie di problemi al polpaccio sinistro. L’infortunio al gemello mediale di settembre è stato doppiato dal guaio al soleo di ottobre e dal rallentamento di questi giorni. Se si considera che per MM16, anche a fine ottobre, si parlava di rientrare per giocare almeno un pezzo di Mondiale, si capisce come più di qualcosa sia andato storto. A Dubai ha lavorato anche sul campo, poi ha rallentato i ritmi e anche ieri si è allenato da solo: cyclette, lavoro sulla parte alta del corpo, nulla che faccia pensare a un rientro rapido. Nessuno pensava potesse stare fuori per (quasi) quattro mesi.

Sportiello

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Il Milan, anche per questo, ragiona sul futuro. Tatarusanu in autunno non ha giocato grandi partite ma non è andato particolarmente in difficoltà. Tata e Mirante, finora vice del vice, hanno il contratto in scadenza a fine stagione e, a meno di sorprese, saluteranno. Il Milan ha un accordo di massima con Marco Sportiello, 30 anni, 6 partite da vice Musso all’Atalanta in campionato. L’arrivo può essere anticipato da luglio a gennaio, per dare un nuovo vice-Maignan a Pioli? Sì, sicuramente, ma non è semplice convincere l’Atalanta, che dovrebbe trovare un sostituto. Risposta dalle trattative dei prossimi giorni, con un ragionamento banale ma importante: se Sportiello deve essere, che sia a breve, per le prime partite dell’anno.

Divock, non basta

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Origi invece deve dare risposte in campo. Gli infortuni lo hanno condizionato a inizio stagione e nell’ultimo mese, però Divock è stato disponibile a lungo, durante il girone di andata. Il punto è che il suo rendimento non è stato all’altezza delle aspettative. Il Milan lo ha scelto con l’idea che potesse essere una grande alternativa a Giroud come numero 9 e magari giocare minuti di qualità in coppia con lui, nei pochi momenti di riposo di Rafa Leao. Non è successo: Origi ha segnato un gol al Monza in 14 partite ed è stato titolare solo 4 volte, con Monza, Torino, Spezia e Cremonese. In Europa, mai. Poco per l’uomo dei gol nei derby, per il talento che ha deciso la (clamorosa) semifinale di Champions 2019 tra Liverpool e Barcellona. Hanno scritto su un muro inglese, dopo quel gol: “Il calcio non è nulla senza Origi”. I graffiti intorno a San Siro, al momento, non rischiano di essere restaurati.

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