Maignan, non solo parate decisive: Pioli si gode il portiere-libero

Il francese è uno dei portieri più avanzati in Italia e in Europa per posizionamento in fase di possesso, molte delle azioni passano da lui

Per il Milan, è un ritorno che vale per due. Mike Maignan, protagonista contro il Tottenham, è stato atteso per cinque mesi. Intanto, perché è un numero uno tra i pali. E poi, perché è anche un numero 12. Una sorta di dodicesimo uomo, che per la squadra di Pioli funge da libero aggiunto in campo.

Conte

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L’importanza di Maignan, dal giorno del suo rientro (il 26 febbraio contro l’Atalanta) è risultata evidente. A confermarla ha pensato anche Antonio Conte, l’avversario sconfitto in Europa: “Queste due settimane hanno concesso al Milan di recuperare un giocatore come il portiere, che per loro è molto importante. Oltre alle parate, quando vai a pressare ha la personalità di trovare sempre la giocata giusta. Tante volte fa saltare il pressing o gioca una palla su Giroud. E quando Giroud prende la palla e Leao attacca lo spazio, può essere difficile”. Chiavi di lettura.

Portiere-libero

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Il francese ha messo le mani sul passaggio ai quarti con un intervento decisivo sul colpo di testa di Kane, in pieno recupero, ma non solo. Cartolina qualificazione a parte, la sua presenza si è sentita per tutta la gara. Maignan, tra i top nel ruolo, è uno dei portieri più avanzati in Italia e in Europa per posizionamento in fase di possesso. Uno “sweeper-keeper”, un portiere-libero. Spesso al limite della sua area, leader e guida della difesa. All’occorrenza, consigliere dei compagni per la giocata migliore. Oltre che per le sue parate spesso cruciali ai fini del risultato, i suoi cinque mesi di assenza sono stati pesanti per i rossoneri anche in fase di costruzione: tanti dei 613 palloni giocati dal Milan contro gli Spurs sono passati, in maniera ragionata, dai suoi piedi.

Interventi pesanti

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Maignan è fondamentale come uomo di movimento perché permette maggiore libertà ai compagni in difesa, ma il suo ruolo resta fondamentale tra i pali. Oltre ai 17 clean sheet della scorsa Serie A (aggiunti ai 21 della stagione da campione di Francia con il Lille), quest’anno ha già messo il marchio con interventi importanti. Restando all’Europa, il riferimento è alla prima trasferta di Salisburgo, dove è stato decisivo per proteggere un prezioso 1-1. Per la Serie A, la sua forza è stata evidente del derby d’andata contro l’Inter (un paio di interventi super, sul colpo di testa da due passi di Lautaro Martinez e su un bel destro da fuori dell’ex Calhanoglu) e contro l’Atalanta ad agosto (risposta prodigiosa sul colpo di testa di Zapata), anche qui importante per difendere il pari finale. Gare pesanti, che per il campionato potrebbero significare tanto nella corsa alla prossima Champions.

Nuovo assetto

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Il numero 16 rossonero si è calato subito in un nuovo contesto. Dopo un lungo infortunio, ha trovato un assetto difensivo rivoluzionato (a 3 o a 5, a seconda dei momenti della partita), differente dalla vecchia difesa a quattro. Ha risposto a modo suo e con personalità, con piedi e guantoni. In fondo, lo stesso Pioli aveva lasciato intendere il suo stato d’animo e di forma verso il rientro contro la Dea: “È un leone in gabbia”. Contro il Tottenham è tornato a ruggire.

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